Rissa con ferimento ai Viali In due condannati a 18 anni

Aggressione in centro, il tribunale conferma ai due cognati il tentato omicidio per le coltellate all’avambraccio e al petto dei rivali. I difensori: «Faremo appello»
LANCIANO. Diciotto anni di carcere in due per il tentato omicidio di due connazionali, durante la rissa scoppiata ai Viali nel maggio scorso. Narcis Ghinea, 20 anni, ed Elvis Ghinea, 27, sono stati condannati, rispettivamente, a dieci e otto anni di reclusione. Contro la sentenza di primo grado si appelleranno i difensori dei due romeni.
Secondo le accuse, i due cognati sarebbero responsabili dell’aggressione, a colpi di coltello, a due connazionali. Uno, C.C., ferito all’avambraccio per schivare un fendente diretto alla gola, l’altro, G.M.D., accoltellato vicino al cuore. I Ghinea finiscono in manette, prima ai domiciliari e poi in carcere. Da lesioni aggravate l’accusa per loro si trasforma in duplice tentato omicidio.
Come accertato dalle indagini della polizia, la rissa inizia a piazza Garibaldi, verso le 18 di un giovedì pomeriggio, dove A.M., romeno, titolare di un negozio di alimentari, viene colpito in faccia da Narcis. La lite continua, poi, davanti a una pizzeria, lungo viale Delle Rose, dove i due cognati affrontano diversi - si parla di almeno una decina - connazionali, che prendono le difese di A.M. I due, in minoranza, vanno via per tornare, qualche minuto dopo, armati di coltello.
Il processo si è svolto con il rito abbreviato come richiesto dalla difesa. L’avvocato Maria Ida Troilo, difensore di Narcis, ritenuto l’esecutore materiale degli accoltellamenti, ha chiesto la derubricazione del reato in lesioni dolose aggravate, poiché non esisterebbe la premeditazione. Alessandro Troilo, legale di Elvis, ne ha chiesto invece l’assoluzione: «Il mio assistito è estraneo ai fatti. È comparso sulla scena del reato solo alla fine, per proteggere il cognato. Nell’episodio di piazza Garibaldi, come testimonia anche il filmato delle telecamere, non era presente».
Il Pm Ruggiero Dicuonzo ha, invece, confermato i capi d’imputazione - il secondo era per lesioni, riferito all’episodio di piazza Garibaldi - e chiesto 12 anni per entrambi (partendo da 18, con l’abbreviato la pena è ridotta di un terzo). Il giudice Francesco Marino ha riconosciuto la non premeditazione per il ferimento di C.C. e comminato la pena di 10 anni per Narcis e di 8 per Elvis Ghinea. Delusa la difesa che si appellerà contro la sentenza. «Manca il dolo diretto intenzionale che configura il tentato omicidio», sostiene Maria Ida Troilo, «serviva una pena esemplare per lesioni aggravate, ma dieci anni sono eccessivi. Sono convinta che in appello la sentenza sarà riformata».
Stefania Sorge
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