«Tangenti per la casa dello studente a Chieti»

Il verbale su cui indaga la procura di Chieti: pagata una mazzetta anche per lavori alla storica incompiuta

CHIETI. La tangente viaggia su un “pizzino” ma siamo a Chieti, non in Sicilia. E il pizzino è la prova di una mazzetta all’Ater di via Silvino Olivieri su cui il pubblico ministero, Giuseppe Falasca, sta indagando.

Sul pezzetto di carta, delle dimensioni di un post it, si legge chiaramente: «Manca casa studente ed ATI». La frase è scritta a penna e la grafia sarebbe di Marcello Lancia, ex commissario delle case popolari di Chieti arrestato un anno fa dalla procura di Pescara. Ed è proprio al magistrato pescarese, Annarita Mantini, che il costruttore aquilano pentito, Claudio D’Alessandro, gola profonda delle inchieste su Ater e Aca, confessa la storia del pizzino. Lo fa in un interrogatorio dell’8 aprile del 2013. E dice quel che basta per fare aprire un’inchiesta-bis Chieti, dove gli atti sono stati trasmessi, anche sulla casa dello studente di via Gran Sasso, di proprietà dell’Ater ma affidata all’Adsu, che da 25 anni non vede ancora la fine.

Non è mai stata inaugurata la casa dello studente che oggi finisce nello scandalo Ater, nonostante che dentro ci siano anche i comodini con le abat jour. Ecco il verbale d’accusa: «Per passare al tema Ater», esordisce il costruttore che, nel frattempo, ha già patteggiato 2 anni e 6 mesi per corruzione, «vorrei dire che nel documento cartaceo nr. 252 che ella mi esibisce e sequestrato nel mio ufficio, troviamo la dicitura manca casa dello studente e ATI che è postilla a grafia elaborata di pugno dal Lancia Maurizio (nel verbale il nome è realmente sbagliato, ndr) e vuol dire che l’appalto vinto dall’Ati della Edilpescara capogruppo, per la manutenzione di immobili Ater di Chieti, aggiudicato forse nel 2010 ma non ricordo bene, aveva riguardato anche i lavori della casa dello studente, che si trova a Chieti alta vicino alla sede degli uffici Ater. I lavori suppletivi di intonaci, soglie, pulizia di un canale di gronda e rimozione del cartongesso, si aggiravano sui 36mila euro e la percentuale di tangente, al 5%, era di 2mila euro circa».

Più che una tangente sembra una “cresta”, ma una fonte Ater documentata ci conferma che in quel periodo qualcuno «lasciò aperta una finestra e l’interno dell’immobile s’inzuppò d’acqua». Cresta o tangente che sia, la confessione del costruttore basta al pm per andare fino in fondo, indagando anche sulle nuove case popolari di Ortona. Ma non è bastata, la mini mazzetta, per far aprire la casa dello studente progettata 25 anni fa, costata tre milioni di euro, con 22 stanze doppie, tre singole e un totale di 47 posti. Splendida e maledetta incompiuta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA