Truffe on line: 4 arresti, 17 denunciati

Smantellata una organizzazione che simulava vendite di smartphone e tablet con ramificazioni a Pescara e Montesilvano

LANCIANO. Quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, due delle quali già eseguite, e 17 denunce per associazione a delinquere finalizzata all’attuazione di truffe on line. È l’operazione “Anxanum fraudsters” (dove fraudsters sta per truffatori), condotta dalla polizia postale di Pescara e Chieti e coordinata dalla Procura di Lanciano, che ha portato a sgominare un’organizzazione che da quattro anni, sistematicamente, simulava vendite di smartphone, tablet, iphone e notebook ai danni di clienti sparsi in tutta Italia. Lanciano era il centro nevralgico del sodalizio criminale.

Arresti e denunce. In carcere sono finiti Maurizio Aramino, 45 anni, di Lanciano, considerato il capo dell’organizzazione, e Gianfranco Rossi, 46, sempre lancianese. Altre due persone, organizzatori e promotori del sodalizio insieme a Rossi, sono latitanti: si tratta di N.N., 29 anni, e A.M., 41, anch’essi residenti in città (i nomi per esteso saranno resi noti una volta arrestati). Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del tribunale frentano, Massimo Canosa. L’operazione è scattata alle 3 della notte tra martedì e mercoledì. La polizia postale, con il commissariato di Lanciano e il reparto prevenzione crimine di Pescara, ha eseguito undici perquisizioni, tra Lanciano, Atessa, Montesilvano e Pescara. Di queste zone sono gli altri 17 indagati, denunciati per lo stesso reato: B.G., F.B., M.D.P., F.E.R., M.Z., M.D., V.V., S.V., A.F., A.P.E., F.P., D.F., F.V., D.DA., G.F., A.F.P. e E.A.. Di questi, undici sono di Lanciano, altri di Pescara, Montesilvano, San Vito e Gessopalena.

L’indagine. Sono mille i casi analizzati in tutta Italia. Una settantina sono le truffe denunciate e accertate «ma ce ne sono almeno altre 200 per cui non esistevano querele», precisa il procuratore capo Francesco Menditto, «arrivavano segnalazioni da tutta Italia di truffe su e-Bay e tutte portavano a Lanciano. Così abbiamo deciso di aggredire l’associazione che le metteva in piedi, che ha un capo, in Aramino, tre organizzatori e altre 17 persone ne fanno parte». L’organizzazione operava dal 2009, l’indagine è iniziata alla fine del 2010. Gli investigatori hanno incrociato numerosissimi dati: utenze telefoniche, indirizzi Ip, movimentazioni di conti correnti bancari e postali, conti gioco, carte prepagate e indirizzi di spedizione della merce. Sono state acquisite le immagini dai sistemi di videosorveglianza presso gli sportelli bancomat bancari o postali, la documentazione sull’attivazione di utenze telefoniche, registrazione di account e-Bay e sull’apertura di conti correnti bancari o postali. A questo sono state aggiunte le testimonianze dirette e i riscontri ottenuti dalle intercettazioni telefoniche su 22 utenze (circa 10 mila conversazioni), da pedinamenti e appostamenti.

Le fasi del raggiro. Il giro di affari stimato, per difetto, dagli investigatori è di 500 mila euro. «La truffa procedeva per fasi», spiega il dirigente della polizia postale di Pescara, Pasquale Sorgonà, «i truffatori si procuravano i beni da vendere, attivando falsi contratti con società telefoniche che fornivano in comodato d’uso smartphone di ultima generazione. Quindi creavano account e-bay con i quali effettuavano le prime vendite regolari per non creare sospetti e avere riscontri positivi. Ma creavano ad arte i giudizi, feedback, positivi così da tranquillizzare eventuali acquirenti. Poi c’era la contrattazione con le vittime e il pagamento tramite Paypal, ricariche di carte prepagate o bonifici su conti correnti, aperti ad hoc. Una rete di prestanome, poi, andava a ritirare i soldi, in modo che gli organizzatori delle truffe non si esponessero».

La difesa. «Non ho ancora letto l’ordinanza del Gip ma mi pare che si tratti degli stessi fatti per cui ci sono già processi in corso», commenta a caldo il difensore di Aramino, l’avvocato Carlo Di Mascio di Pescara, «quante condanne dovrà subire il mio assistito?».

Stefania Sorge

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