Pescara, Premio Borsellino: 25 anni di impegno 

Oggi nella sala consiliare la consegna dei riconoscimenti a quanti mettono la propria vita al servizio della legalità e della lotta alla mafia

PESCARA. Tenere tra le mani quella targa con i volti sorridenti di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone suscita un’emozione che in pochi riescono a celare. E ancora una volta, arrivato al suo 25esimo anno, il Premio nazionale Borsellino torna ad arricchire l’Abruzzo con presenze di grande rilievo, persone che mettono la propria vita al servizio della lotta alle mafie e al malaffare. La cerimonia di premiazione si tiene questa mattina alle 10 nella sala consiliare del Comune di Pescara. Su tutto, aleggia il ricordo e l’insegnamento del giudice Borsellino, assassinato da Cosa nostra il 19 luglio del 1992 insieme a cinque agenti della sua scorta nella strage di via D’Amelio. Borsellino è una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta contro la mafia, insieme al collega e amico Giovanni Falcone. Il premio nasce poco dopo la sua morte, il 3 dicembre 1992, dalla volontà del giudice Antonino Caponnetto che, invitato a Teramo per un incontro con gli studenti nel teatro cittadino, dedicò la targa a Paolo Borsellino. Cuore pulsante del premio è sempre stato l’abruzzese Leonardo Nodari. Accanto a lui, Gabriella Sperandio dell’associazione Falcone e Borsellino, Francesco Forgione presidente del premio, Oscar Buonamano, che ne è il coordinatore, e i volontari che dedicano tempo e amicizia al premio, nel nome del giudice. Un premio nel nome della legalità, della giustizia, «della bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale», per usare le preziose parole di Borsellino. Attraverso la galleria fotografica dei personaggi che negli anni hanno ottenuto questo riconoscimento (consultabile sul sito premionazionalepaoloborsellino.com) esce uno spaccato che va dai poliziotti ai giornalisti, dai magistrati ai sacerdoti fino agli attori. E così scorrendola incontriamo i volti di Giorgio Bocca ed Enzo Biagi nella sezione Giornalismo, quelli dei magistrati Roberto Scarpinato, Antonino Di Matteo, Nicola Gratteri per la sezione Legalità, la stessa in cui sono state premiate personalità come Rita Borsellino (sorella di Paolo), Maria Falcone (sorella di Giovanni), e Roberto Saviano. Per il Sociale, hanno ricevuto il premio don Luigi Ciotti, don Aniello Manganiello, il cardinale Carlo Maria Martini, per la sezione Cultura Franca Rame, Giorgio Tirabassi, Dario Fo. Sono solo alcuni dei nomi che negli anni hanno fatto di questo riconoscimento un vessillo di legalità dall'alto valore simbolico. Quest’anno, il premio va a Luciana Alpi, mamma di Ilaria Alpi, la giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio con il collega Miran Hrovatin. Ai figli delle vittime delle mafie come Franco La Torre, Stefania Grasso, Viviana Matrangola, a magistrati in prima linea come Michele Prestipino, Antonio Maruccia, Marzia Sabella, Bernardo Petralia, Catello Maresca. L’ambito riconoscimento va poi ai giornalisti di Repubblica Attilio Bolzoni, Federica Angeli, a Giuseppe Baldessarro per il libro “Questione di rispetto” sull’imprenditore Gaetano Saffioti. E poi, a Stefano Corradino, Giampiero Cioffredi, Domenico Trozzi, Luciano D’Amico, Carlo Cappello, e Luca Maggitti.
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