È aquilano il manager indagato per corruzione all’Expò di Milano

17 Settembre 2014

Antonio Acerbo è nato in città nel 1949 e si è laureato in Ingegneria all’università dell’Aquila: i magistrati gli contestano irregolarità in alcune gare d’appalto. Ecco chi è

L’AQUILA

Quello di Antonio Acerbo, originario dell’Aquila, indagato per corruzione e turbativa d'asta in uno dei filoni dell'inchiesta della procura di Milano con al centro presunte irregolarità in alcune gare di Expo, è un nome eccellente nella pubblica amministrazione milanese. Tanto che, nel maggio 2006, era stato insignito dell'Ambrogino d'oro, la massima onorificenza del Comune di Milano, per aver fatto parte della squadra di architetti, ingegneri e tecnici che hanno ristrutturato il Teatro alla Scala e hanno realizzato i tre depuratori cittadini. Uomini e donne «speciali» li aveva definiti l'ex sindaco Gabriele Albertini durante la premiazione. Nato a L'Aquila nel 1949, Acerbo, laureato in ingegneria civile all’università aquilana, ha alle spalle anni di esperienza nel settore privato, con una carriera nel Gruppo Fininvest, Montedil e Tecnimont, e nel pubblico. All'epoca della Giunta Albertini è stato vice direttore generale di Palazzo Marino, direttore dell'area tecnica e membro del consiglio di amministrazione di Metropolitana Milanese, occupandosi di importanti progetti come il restauro del Castello Sforzesco, della Stazione centrale e del Teatro alla Scala. Nel luglio 2010 è stato nominato direttore generale del Comune dall'ex sindaco Letizia Moratti, scelto per «l'esperienza pluriennale maturata alle dipendenze di alcune tra le maggiori imprese italiane e nell'ambito dell'amministrazione comunale». Dopo aver lasciato il Comune, è iniziata la sua carriera come manager di Expo 2015 Spa. Dal 2011 è responsabile unico del procedimento del Padiglione Italia e responsabile delle opere connesse al progetto delle Vie d'acqua, finito sotto la lente d'ingrandimento della magistratura.

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