Crisi dei mercati, Fucino in ginocchio

21 Luglio 2012

Diminuiscono le richieste della grande distribuzione, calano i compensi anche per i braccianti extracomunitari

AVEZZANO. Crisi dei mercati, burocrazia, siccità estiva ma anche maltempo e gelate nel periodo invernale. Il lavoro dei campi nel Fucino fa i conti con numerosi fattori esterni che negli ultimi mesi hanno provocato maggiori difficoltà delle vendite di alcuni prodotti locali. L'inchiesta pubblicata giovedì sul Centro, ad esempio, ha messo in luce tutte le ripercussioni dei fattori ambientali di questi ultimi mesi.

«Dicevo ai miei collaboratori», spiega l'imprenditore agricolo Dino Iacutone, «che quest'estate avremmo visto gli effetti della gelata dell'inverno appena trascorso. In effetti, le condizioni climatiche di questo inverno, unite alla siccità del momento, hanno favorito il fenomeno della “spigatura” dei finocchi, determinando un calo delle vendite, in quanto i grossisti rifiutano e rispediscono indietro gli ortaggi giudicati di qualità inferiore alle aspettative del mercato».

Così, le richieste diminuiscono e i braccianti si trovano a lavorare per una sola motrice anziché per uno o due tir. «Le ore di lavoro sono le stesse», sottolinea Iacutone, «ma il guadagno è dimezzato. Per un carico tipo quello raccontato dall'articolo di giovedì la squadra percepisce qualcosa come 230-250 euro che equivale a circa 30 euro a bracciante, ma fortunatamente non sempre le cose vanno così. Quando si lavora per un tir o due i guadagni sono raddoppiati».

Le cose non sono rose e fiori neanche per i trattoristi, invece, che devono dividere il compenso con chi guida i camion e si occupa dei collegamenti con la grande distribuzione. «Spesso si lavora per soli 50 euro al lordo delle spese del gasolio». Succede anche che gli accordi tra produzione e distribuzione vengano non vengano presi dai proprietari terrieri, ma siano le stesse aziende a concordare un prezzo con i contadini e a occuparsi della manodopera. Aziende che poi riforniscono i mercati del sud Italia. Le transazioni sovente sono di nero, come rilevato anche dai commenti su Facebook.

DATI E NUMERI. Le aziende del Fucino sono quasi 1.200 e danno lavoro a 7.000 operai, di cui – si stima – circa 2.500 sono stranieri con o senza permesso di soggiorno. Un rapporto italiani-immigrati decisamente alto se si considera che in Abruzzo, nel 2010, sono stati rilevati oltre 13mila dipendenti del settore agricolo italiani e meno di 4mila stranieri tra comunitari ed extracomunitari.

«Il bacino del Fucino», ricorda Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura L’Aquila, «assorbe più della metà della manodopera di tutta la provincia». In quest’area ci sono circa 380 aziende che assumono braccianti e operai temporaneamente o stagionalmente (da due a sei mesi). «Tenuto conto di questi fattori», valuta Fabrizi, «Confagricoltura L’Aquila è stata l’unica organizzazione provinciale a far stampare il contratto di lavoro in quattro lingue: italiano, francese, arabo e inglese. Ora si pensa anche allo spagnolo e al romeno, nel tentativo di andare incontro a chi si trova a dover affrontare un viaggio estenuante, un’esperienza di vita molto difficile. Stiamo cercando, di fatto di favorire a pieno l’integrazione di lavoratori di nazionalità diverse».

CONTROLLI. Proseguono intanto i controlli sulla manodopera da parte del personale della polizia di Stato del commissariato di Avezzano, coadiuvato dal personale dell’Ufficio stranieri della Questura e della Direzione provinciale del Lavoro. Verifiche che hanno portato a un controllo straordinario del territorio per verificare la posizione delle ditte, presenti nella Marsica, che utilizzano manodopera composta anche da cittadini stranieri, per la produzione agricola del Fucino. I controlli eseguiti mercoledì mattina hanno interessato i territori comunali di Avezzano e di Luco dei Marsi. Quattro le imprese agricole coinvolte. Identificati oltre 40 cittadini extracomunitari di origine magrebina e 10 cittadini comunitari, tutti intenti nella raccolta dei prodotti ortofrutticoli. Gli stranieri sono risultati in regola con la normativa vigente in materia di permesso di soggiorno. Sulla posizione lavorativa sono in corso ulteriori accertamenti .Prosegue, quindi, l’attività di controllo e contrasto da parte del commissariato di pubblica sicurezza di Avezzano e dell’Ufficio stranieri della Questura, attività che ha portato, con il concorso della Squadra Mobile, recentemente alla denuncia e all’arresto di numerosi datori di lavoro e cittadini extracomunitari per reati connessi al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

I controlli effettuati sono stati estesi anche a casolari e costruzioni fatiscenti, quale possibile utilizzo come alloggio di “fortuna”. Le verifiche verranno ripetute nel corso dell’estate.

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