Due costruttori spariscono coi soldi della ricostruzione

27 Agosto 2015

Hanno ottenuto pagamenti dal committente senza portare a termine i lavori Denunciati per truffa un marsicano e un siciliano, indagini della Mobile

L’AQUILA. Due amministratori di un’impresa edile con sede in un paese del Reatino sottoscrivono un contratto per la costruzione ex novo di un’abitazione aquilana ma, dopo aver incassato una somma di denaro richiesta prima dell’ultimazione dei lavori, adducendo una momentanea difficoltà economica, abbandonano il cantiere e si rendono irreperibili. Pertanto sono stati denunciati per truffa F.P.M., siciliano, trentenne, residente in provincia di Rieti e D.N., marsicano, 30 anni, anch’egli residente nel Reatino. Questi i fatti: dopo alcuni anni dal terremoto che ha colpito la città nel 2009, un cittadino, proprietario di un terreno edificabile in uno dei paesi limitrofi al capoluogo, decise di costruirvi una nuova abitazione.

Si affidò, quindi, a un’impresa edile di cui, durante i lavori di ricostruzione post-sisma, ebbe modo di conoscere i due amministratori e legali rappresentanti. Al momento della sottoscrizione di un primo contratto di appalto, quello per la realizzazione della struttura portante, i due amministratori fornirono, tra i vari documenti, il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) scaduto da pochi giorni, assicurando, però, la regolarità di ogni adempimento in ordine all’esercizio dell’attività edilizia e dicendo di essere in attesa che venisse loro recapitata la nuova documentazione. Al fine di aggiudicarsi l’appalto, vista la titubanza del committente, in accordo con quest’ultimo, inserirono nel contratto, poi sottoscritto, una clausola nella quale si attestava che gli stessi si dichiarano in regola con le normative e con ogni adempimento connesso alla costruzione dell’immobile.

Iniziò la realizzazione dell’immobile, i lavori previsti dal contratto furono portati a termine e la ditta ebbe il compenso pattuito.

Fu stipulato un secondo contratto di appalto per la realizzazione di tamponature esterne, tramezzature interne e altri lavori connessi. Anche in questo caso, non avendo il Durc in regola al momento, i due amministratori misero la stessa clausola del primo contratto e iniziarono anche questi lavori.

Tutto sembrava procedere nel migliore dei modi: i due amministratori si dimostrarono collaborativi, affabili, avendo la stima del committente. A un certo punto, neanche a metà dei lavori appaltati eseguiti, i due dichiararono di essere in un periodo di momentanea difficoltà economica e chiesero al committente l’anticipo della cifra pattuita per far fronte alle sopravvenute esigenze, garantendo nel contempo l’ultimazione dei lavori: il mandatario erogò la somma richiesta, non avendo motivo di dubitare della buona fede dei due uomini, ma dopo qualche giorno dal pagamento, gli operai non si recarono più in cantiere e i due amministratori si resero irreperibili non rispondendo al telefono né ritirando le varie raccomandate postali con le quali si comunicava la risoluzione del contratto per inadempienza; al proprietario non rimase quindi che cercare un’altra ditta per l’ultimazione dei lavori e denunciare l’accaduto. La squadra Mobile, diretta da Maurilio Grasso, sulla base degli accertamenti info investigativi e documentali, grazie anche al carteggio fornito dal denunciante, ha identificato i due, denunciandoli all’autorità giudiziaria.

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