Eremo di Celestino, pericoli in 3 relazioni

Il sindaco: «Non possiamo rischiare un'altra Ventotene». Regione pronta a intervenire
SULMONA. «Non è stata una mia volontà quella di chiudere la strada che conduce all'eremo di Sant'Onofrio. Ci sono tre relazioni che attestano lo stato di pericolo della zona. Non si può mettere a rischio l'incolumità dei visitatori». Il sindaco Fabio Federico torna sulla chiusura della strada che conduce all'eremo di Celestino V. La Regione, intanto, è pronta a nuovo sopralluogo.
LE RELAZIONI. Risalgono al mese di marzo le relazioni stilate dopo il sopralluogo nella zona dalla Protezione civile, insieme a Genio civile e al Servizio difesa del suolo della Regione Abruzzo. Sopralluogo che ha messo in evidenza una situazione di pericolosità e di instabilità sul versante della montagna cara a Celestino V. Sulla base di questi risultati, e per scongiurare eventuali pericoli per fedeli e visitatori, il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, lo scorso 21 maggio, ha emesso l'ordinanza di chiusura dell'unica strada che conduce all'area celestiniana dove, oltre all'eremo di Sant'Onofrio, ci sono anche i resti del Tempio di Ercole Curino, gestito dalla Soprintendenza archeologica di Chieti. Una misura precauzionale, dunque.
«TROPPI PERICOLI». Il sindaco Federico spiega: «Ci sono tre relazioni tecniche che attestano il rischio che c'è nella zona, che dicono che quell'area non è sicura. In queste condizioni, chi potrebbe assumersi la responsabilità di riaprire ai fedeli la strada che conduce all'eremo di Sant'Onofrio? Non ho deciso di chiudere la strada sulla base della mia volontà, ma in base a queste relazioni e a precisi motivi di sicurezza. Non si può rischiare che si verifichi una tragedia, come quella che, purtroppo, abbiamo già visto sull'isola di Ventotene».
SOPRALLUOGO. Intanto il sindaco ha richiesto alla Regione un nuovo sopralluogo sul costone del Morrone che, nel mese di novembre, aveva dato segni di cedimento con la caduta di un masso. Caduta che aveva portato alla chiusura del sentiero pedonale attraverso il quale si raggiunge il santuario arroccato sulla montagna.
LA REGIONE. Arriva dall'assessore regionale alla Difesa del suolo, Angelo Di Paolo, l'impegno a un prossimo sopralluogo, per perimetrare l'area e valutarne la situazione a quattro mesi dalla prima perlustrazione. «Dal Comune di Sulmona», evidenzia l'assessore Di Paolo, «abbiamo ricevuto, lo scorso 31 maggio, il sollecito per un ulteriore sopralluogo al fine di perimetrare l'area e inserirla nel piano di assetto idrogeologico dove, attualmente, non c'è. Sicuramente, al più presto, l'Autorità di bacino regionale farà un nuovo sopralluogo per perimetrarla e verificarne le condizioni». I tempi? «Interventi imminenti», assicura l'assessore Di Paolo, «prenderò immediatamente contatti con i tecnici per fissare una data per il sopralluogo nella zona per verificare lo stato dell'arte e poter programmare soluzioni». E quindi prendere eventuali decisioni sul da farsi.
I COSTI. Secondo il sindaco Fabio Federico, per la messa in sicurezza del versante montano sarebbe necessario un intervento notevole e molto impegnativo, anche dal punto di vista economico. «Un intervento di messa in sicurezza su tutto il costone montano», precisa il primo cittadino di Sulmona, «richiederebbe un investimento di 5 milioni di euro. Fare anche solo uno studio costerebbe 200mila euro».
LE POLEMICHE. Non si placa intanto lo «scontro» tra il Comune e l'Associazione celestiniana che, nella zona dello chalet di Sant'Onofrio, cioè il piazzale in cui si possono lasciare le macchine prima di percorrere, a piedi, il sentiero montano che conduce al piccolo santuario celestiniano, gestisce un punto ristoro. L'Associazione, presieduta da Giulio Mastrogiuseppe, continua a lamentare perdite dalla chiusura della strada. Il chioschetto è infatti aperto solo nei mesi estivi. «Con questi incassi», precisa Mastrogiuseppe, «non riusciamo a garantire interventi di manutenzione».
LA PERDONANZA. Se non si riuscisse a riaprire la strada, rischia di saltare anche la fiaccolata del Morrone che dà il via alla Perdonanza celestiniana. Nell'ultima settimana di agosto, infatti, viene acceso proprio sul Morrone, all'eremo di Sant'Onofrio, il fuoco che, dopo essere arrivato a Sulmona e aver toccato diversi paese della provincia, giunge all'Aquila.
LE RELAZIONI. Risalgono al mese di marzo le relazioni stilate dopo il sopralluogo nella zona dalla Protezione civile, insieme a Genio civile e al Servizio difesa del suolo della Regione Abruzzo. Sopralluogo che ha messo in evidenza una situazione di pericolosità e di instabilità sul versante della montagna cara a Celestino V. Sulla base di questi risultati, e per scongiurare eventuali pericoli per fedeli e visitatori, il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, lo scorso 21 maggio, ha emesso l'ordinanza di chiusura dell'unica strada che conduce all'area celestiniana dove, oltre all'eremo di Sant'Onofrio, ci sono anche i resti del Tempio di Ercole Curino, gestito dalla Soprintendenza archeologica di Chieti. Una misura precauzionale, dunque.
«TROPPI PERICOLI». Il sindaco Federico spiega: «Ci sono tre relazioni tecniche che attestano il rischio che c'è nella zona, che dicono che quell'area non è sicura. In queste condizioni, chi potrebbe assumersi la responsabilità di riaprire ai fedeli la strada che conduce all'eremo di Sant'Onofrio? Non ho deciso di chiudere la strada sulla base della mia volontà, ma in base a queste relazioni e a precisi motivi di sicurezza. Non si può rischiare che si verifichi una tragedia, come quella che, purtroppo, abbiamo già visto sull'isola di Ventotene».
SOPRALLUOGO. Intanto il sindaco ha richiesto alla Regione un nuovo sopralluogo sul costone del Morrone che, nel mese di novembre, aveva dato segni di cedimento con la caduta di un masso. Caduta che aveva portato alla chiusura del sentiero pedonale attraverso il quale si raggiunge il santuario arroccato sulla montagna.
LA REGIONE. Arriva dall'assessore regionale alla Difesa del suolo, Angelo Di Paolo, l'impegno a un prossimo sopralluogo, per perimetrare l'area e valutarne la situazione a quattro mesi dalla prima perlustrazione. «Dal Comune di Sulmona», evidenzia l'assessore Di Paolo, «abbiamo ricevuto, lo scorso 31 maggio, il sollecito per un ulteriore sopralluogo al fine di perimetrare l'area e inserirla nel piano di assetto idrogeologico dove, attualmente, non c'è. Sicuramente, al più presto, l'Autorità di bacino regionale farà un nuovo sopralluogo per perimetrarla e verificarne le condizioni». I tempi? «Interventi imminenti», assicura l'assessore Di Paolo, «prenderò immediatamente contatti con i tecnici per fissare una data per il sopralluogo nella zona per verificare lo stato dell'arte e poter programmare soluzioni». E quindi prendere eventuali decisioni sul da farsi.
I COSTI. Secondo il sindaco Fabio Federico, per la messa in sicurezza del versante montano sarebbe necessario un intervento notevole e molto impegnativo, anche dal punto di vista economico. «Un intervento di messa in sicurezza su tutto il costone montano», precisa il primo cittadino di Sulmona, «richiederebbe un investimento di 5 milioni di euro. Fare anche solo uno studio costerebbe 200mila euro».
LE POLEMICHE. Non si placa intanto lo «scontro» tra il Comune e l'Associazione celestiniana che, nella zona dello chalet di Sant'Onofrio, cioè il piazzale in cui si possono lasciare le macchine prima di percorrere, a piedi, il sentiero montano che conduce al piccolo santuario celestiniano, gestisce un punto ristoro. L'Associazione, presieduta da Giulio Mastrogiuseppe, continua a lamentare perdite dalla chiusura della strada. Il chioschetto è infatti aperto solo nei mesi estivi. «Con questi incassi», precisa Mastrogiuseppe, «non riusciamo a garantire interventi di manutenzione».
LA PERDONANZA. Se non si riuscisse a riaprire la strada, rischia di saltare anche la fiaccolata del Morrone che dà il via alla Perdonanza celestiniana. Nell'ultima settimana di agosto, infatti, viene acceso proprio sul Morrone, all'eremo di Sant'Onofrio, il fuoco che, dopo essere arrivato a Sulmona e aver toccato diversi paese della provincia, giunge all'Aquila.
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