Luco dei Marsi

Evade dai domiciliari e se ne va in giro per il paese: 31enne spedito in carcere

27 Agosto 2025

Luco dei Marsi. Omar Sambucini è accusato di aver partecipato alla sparatoria contro due fratelli marocchini

AVEZZANO. Era sottoposto all’obbligo di firma e al divieto di circolazione nelle ore notturne per l’accusa di tentato omicidio, ma è stato sorpreso in strada oltre le 22 dalle forze dell’ordine. Per Omar Sambucini, 31 anni, è scattato l’arresto su disposizione della magistratura. La violazione delle misure cautelari è avvenuta nei giorni scorsi quando una pattuglia dei carabinieri ha riconosciuto l’uomo mentre circolava liberamente in orario non consentito. A nulla sono valse le giustificazioni accampate sul momento: la segnalazione è stata trasmessa immediatamente alla Procura, che ha chiesto e ottenuto la revoca delle misure alternative alla detenzione.

Sambucini è uno dei tre uomini coinvolti nella brutale sparatoria avvenuta a Luco dei Marsi nella notte tra il 21 e il 22 giugno scorso. Secondo la ricostruzione contenuta negli atti d’indagine, elaborata dalla Procura della Repubblica di Avezzano e accolta dal gip Daria Lombardi, il 31enne, difeso dall’avvocato Leonardo Casciere, avrebbe preso parte a un agguato compiuto con un fucile da caccia a danno di due fratelli marocchini, E.N.K. e M.K., colpiti da cartucce a pallini in più parti del corpo. Solo per un miracolo sono sopravvissuti. L’ipotesi è che l’agguato sia scaturito da futili motivi, forse legati a presunte avance da parte di uno dei fratelli nei confronti di una ragazza del luogo. A bordo di un’utilitaria scura, i tre avrebbero raggiunto via Duca degli Abruzzi, nei pressi di un bar, aprendo il fuoco contro i due malcapitati, entrambi braccianti agricoli. Le ferite riportate li hanno costretti a un lungo ricovero e a oggi nessuno dei due è in grado di riprendere il lavoro. Insieme a Sambucini, erano finiti nel mirino della giustizia anche Vincenzo Coccia, 37 anni, e Cristian Bianchi, 32. Il primo è finito in carcere, dopo che il gip ha rigettato la richiesta di scarcerazione. Il secondo ai domiciliari con braccialetto elettronico, dopo aver ammesso parzialmente le proprie responsabilità.

Nel frattempo proseguono le indagini: il pm Chiara Lunetti ha affidato al perito informatico Fabio Biasini il compito di esaminare i contenuti degli smartphone dei tre indagati, comprese le conversazioni archiviate nei cloud.