Finti danni post-sisma: in tre sotto inchiesta

Nei guai i titolari di aziende che hanno ottenuto contributi per 600mila euro Il pm: «Presentate attestazioni con perizie ad hoc per fatti mai verificatisi»

L’AQUILA. Attestazioni col trucco per ottenere illecitamente 600mila euro, somma facente parte della grande torta delle provvidenze destinate alle aziende danneggiate dal sisma.

Questa l’ennesima inchiesta giudiziaria al vaglio della Procura della Repubblica che contesta dichiarazioni fatte per ottenere contributi non dovuti a vantaggio di tre aziende: il terremoto del 6 aprile 2009 avrebbe reso inagibili le sedi e un black out elettrico successivo alla catastrofe avrebbe danneggiato irrimediabilmente i beni delle ditte, ovvero computer e altre attrezzature informatiche. Per il pm le cose stanno in altro modo.

Sotto accusa ci sono due imprenditori, Marco Cipriani di 48 anni, Massimo Iannella (43) e sua moglie Marzia Bafile (39), tutti aquilani. I reati che il pm Simonetta Ciccarelli contesta al termine delle indagini del Nucleo di polizia tributaria della Finanza, diretto dal tenente colonnello Sergio Aloia, sono la truffa ai danni dello Stato e il falso. Il gip, dunque, ha disposto il sequestro dei 600mila euro erogati da Regione, Comune dell’Aquila e di Fossa.

Le ditte in questione sono la Interpark di Cipriani, con sede a Fossa, che ha ottenuto un contributo di 292mila euro; la Adm.eu, amministrata da Massimo Iannella e Marco Cipriani con sede a Sassa che ha ricevuto un bonifico di 133mila euro; Atek Informatica, rappresentata da Cipriani, con sede legale all’Aquila in via Navelli e sede operativa a Fossa, che ha avuto provvidenze per oltre 158mila euro. Si tratta di fondi tramite bando regionale Pos-Fesr 2007-2013. Più in particolare i sospettati, con il loro comportamento, avrebbero fatto emergere «numerosi e gravi illeciti». Gli indagati, pertanto, «avvalendosi di perizie confezionate ad hoc dal consulente incaricato, ovvero Marzia Bafile, istruivano le domande di indennizzo dichiarando fatti non rispondenti al vero, allegando perizie giurate e materiale fotografico non attestanti la reale consistenza dei redditi e dei beni aziendali all’epoca del sisma né il reale stato dei locali e dei beni a seguito del terremoto».

Secondo le indagini della Finanza, però, l’immobile, che si trova a Fossa, non avrebbe subìto alcun danno e nemmeno ci sarebbe stato alcun disservizio sulla rete elettrica con la conseguenza che nessun danno poteva essersi verificato tra i beni aziendali contrariamente a quanto asserito dalle perizie redatte da Iannella. Si allude, ovviamente, a danni ad attrezzature informatiche in seguito a cali e sbalzi di tensione.

Inoltre, l’immobile a Sassa non sarebbe stato sede operativa della ditta Adm.Eu essendo solo l’abitazione coniugale della coppia Iannella-Bafile. Anche perché l’immobile era privo dei requisiti di legge per essere sede aziendale; e, inoltre, nemmeno sarebbe stato interessato da disservizi alla rete elettrica. Bafile e Iannella sono indagati, per l’appunto, per avere redatto le perizie i cui esiti sono contestati.

Per sostenere queste tesi accusatorie gli investigatori hanno ascoltati i responsabili di Poste ed Enel. Gli esperti dell’Enel, in particolare, hanno affermato che non esiste un’utenza intestata a Interpark e non sono mai pervenute all’ente delle richieste di risarcimento e nemmeno reclami per le utenze di Atek Informatica. Fin qui le accuse, che i legali tenteranno di smontare. Il collegio difensivo è formato da Massimo Carosi (di fiducia), Angela Sollecchia, Simona Solaroli (d’ufficio).

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