<strong>Terremoto. </strong>Divisi i parlamentari Scelli e Pelino (Pdl). Appello di Paolucci (Pd) alla Regione

Fuori dal cratere, si indaga

La Procura apre il fascicolo sull’esclusione di Sulmona

SULMONA. Finisce sul tavolo del capo della Procura di Sulmona la vicenda relativa all’esclusione della città dalla lista dei comuni inseriti nel cratere del terremoto. Un’inchiesta che allarga il fronte delle indagini partite da Firenze sugli appalti del G8 alla Maddalena e che spacca il Pdl con i due parlamentari sulmonesi, Paola Pelino e Maurizio Scelli, perfettamente divisi sul caso.

La Pelino confida in una revisione della decisione da parte del governo «che consenta agli sfollati sulmonesi e della Valle Peligna di beneficiare delle agevolazioni di chi è residente nei comuni del cratere». E Scelli a ribadire di non condividere la battaglia per l’ingresso di Sulmona nel cratere invitando i suoi concittadini a evitare azioni di sciacallaggio. Dichiarazioni rilasciate anche dopo le rivelazioni contenute nelle intercettazioni raccolte dalla Procura fiorentina sugli appalti del G8 alla Maddalena (Sulmona sarebbe stata esclusa per accordi politici) e della ricostruzione post terremoto all’Aquila.

Rivelazioni che hanno spinto il capo della Procura di Sulmona, Federico De Siervo, ad aprire l’inchiesta dopo l’esposto presentato ieri da Antonio Iannamorelli (Pd). Al momento non ci sono indagati. La battaglia contro l’esclusione di Sulmona e di altri 10 centri della Valle Peligna dai comuni ricadenti nel cratere del terremoto e quindi dalle agevolazioni del governo, era partita con il ricorso al Tar - ancora in attesa di definizione - e con l’audizione del sindaco Fabio Federico in Senato e a Montecitorio dove, il primo cittadino illustrò le ragioni che dovevano portare il governo a rivedere l’elenco dei Comuni.

Quasi mille sfollati, con metà centro storico e alcune scuole inagibili o parzialmente inagibili: numeri che secondo lo stesso Federico davano diritto alla città di far parte del cratere. Anche l’assessore provinciale Teresa Nannarone interviene sulla vicenda. Oggi, dopo le intercettazioni, dice: «Resta l’amarezza e il disgusto per quello che è accaduto e che sta accadendo. Non c’è Stato perché i cittadini in situazioni uguali non sono stati trattati alla stessa maniera violando l’articolo 3 della Costituzione».

Intanto il Pd ha chiesto alla Regione di costituirsi parte civile nella vicenda-Sulmona. «Stando alla cronaca», afferma il segretario regionale Silvio Paolucci, «quegli imprenditori scelti per ricostruire in Abruzzo erano tanto sicuri dell’esclusione di Sulmona che oggi la città nel cratere continua a non esserci e nessuno ha saputo spiegare il perché. Troviamo assurdo e incredibile che tutto questo sia accaduto sotto gli occhi della Regione, assente o forse colpevolmente in silenzio. A questo punto farebbe bene a costituirsi parte civile in nome di tutti gli abruzzesi».