«Fuori dal cratere, una beffa»

La rabbia dei sulmonesi: qui ci sono danni e sfollati

SULMONA. Si sentono traditi e beffati. L’esclusione di Sulmona dal cratere dei comuni terremotati - soprattutto alla luce della pubblicazione delle intercettazioni che farebbero supporre che l’elenco sia stato pilotato da imprenditori e politici - è considerata una vera ingiustizia dai cittadini. La rabbia è evidente nelle persone intervistate, che parlano di uno scippo «assurdo e ingiustificato» e invocano «giustizia».

La polemica è riesplosa in questi giorni. Dopo la pubblicazione delle intercettazioni la Procura di Sulmona ha avviato anche l’inchiesta. E la rabbia in città è tanta. «Ci sono danni evidenti a tutti», sottolinea Leonardo La Civita, «non si riesce a capire come la Protezione civile abbia compilato l’elenco, che di fatto è una lista discriminatoria visto che sono stati inseriti paesi come Bugnara, Cocullo e Collarmele che oltre a non avere danni non hanno nemmeno sfollati o quantomeno il loro numero si conta sulle dita di una mano».

Per Massimo Sciaruto la contraddizione che emerge dal rapporto della Protezione civile è evidente: «Ci sono state ordinanze di sgombero, tra le quali anche quella della sede Saca dove lavoro», afferma il dipendente della società che gestisce il ciclo integrato dell’acqua, «uno sgombero che il sindaco ha firmato su indicazione della Protezione civile. Non si capisce come mai la stessa Protezione civile che ha individuato i danni faccia finta che non esistano, escludendo Sulmona dalla lista dei comuni danneggiati dal sisma. Una beffa che Bertolaso dovrebbe spiegare a noi tutti, ma soprattutto a quelle persone che ancora vivono in albergo e che non hanno ancora una casa perché la loro è inagibile per colpa del terremoto».

«Sarebbe da sciocchi paragonare i danni subiti dalla nostra città a quelli dell’Aquila», aggiunge Roberto La Gatta, ex presidente della Giostra cavalleresca di Sulmona, «ma i disagi dei nostri sfollati sono gli stessi di quelli aquilani. Così come uguali sono i guai economici dei negozianti di Sulmona che hanno dovuto chiudere le attività per inagibilità».

Sbigottiti si dichiarano Aldo Milan, commerciante di abbigliamento della città, e Cesare Ciotti, capostazione in pensione. «Quasi mille sfollati, centinaia di case inagibili e un’economia ridotta ai minimi termini», dice Milan, «stanno lì a dimostrare che i danni ci sono. L’onorevole Maurizio Scelli, che ha invitato i suoi concittadini a evitare azioni di sciacallaggio, dovrebbe riflettere su questi dati. Affermare che la nostra città sarà risarcita in maniera diversa, significa prendere ancora più in giro i sulmonesi».

Lina Pietroleonardo punta il dito sul malaffare che rischia di trasformare il terremoto in un business per imprenditori senza scrupoli. «Mi auguro che quello che si sospetta possa esserci dietro al sisma non sia vero», interviene la donna, «altrimenti vuol dire che abbiamo raschiato proprio il fondo. Imprenditori e faccendieri che speculano sulle disgrazie delle persone. È davvero troppo».

Per Sandro Bonitatibus l’esclusione dal cratere è un brutto colpo per l’economia del territorio. «Poteva essere l’occasione per una ripresa economica», riflette il medico, «così come si sta verificando per altri centri dell’Aquilano».

Marco Picini e Paolo Pennestrì invitano i sulmonesi a disertare le urne alle prossime elezioni provinciali. «La speranza è che la città si ricordi che dietro l’esclusione dal cratere c’è la mano di qualche aquilano», evidenzia Picini, «è stato fatto in passato e lo stanno rifacendo oggi malgrado questa drammatica situazione».