Gli operatori turistici delle aree interne: «Vogliamo lavorare» 

Stilato un documento in 19 punti, oltre 50 le sottoscrizioni Chiesti ristori, tagli alle tasse e riapertura di tutte le attività

L’AQUILA. Pagamento immediato dei ristori. Finanziamenti pubblici per l’acquisto di macchinari di sanificazione ambientale. Abbattimento delle aliquote Iva, decontribuzione sulle nuove assunzioni ma, soprattutto, riapertura immediata di tutte le attività legate al turismo montano con protocolli sanitari chiari e definitivi. Sono solo alcune delle richieste del neonato comitato spontaneo di professionisti che operano nelle aree interne in Abruzzo.
«Durante la pandemia», afferma, «centinaia di lavoratori di ristorazione, cultura, turismo, montagna e di tutte le categorie bloccate ormai da mesi hanno deciso di mobilitarsi contro queste continue restrizioni. Le adesioni al movimento, sono pervenute da tutta la Regione, ma in particolare, dalla provincia dell’Aquila e cioè dalla montagna abruzzese». Si tratta forse del settore che ha risentito di più, in questi mesi, delle restrizioni. «Chiediamo semplicemente di lavorare», commentano alcuni attivisti del movimento, «il lavoro è la nostra dignità, basta con queste continue prese in giro». Gli aderenti al movimento, che si identificano con l’hashtag #tudachepartestai, hanno lavorato alla stipula di una carta-manifesto di 19 punti che raggruppa tutte le richieste da presentare a comuni di appartenenza, Regione e governo. Costituito anche un gruppo su Facebook “Comitato spontaneo lavoratori Abruzzo” dove quotidianamente gli attivisti pubblicano aggiornamenti. Oltre 50 le adesioni al manifesto.
Tra queste l’imprenditrice Stella Marzolini (presidente Dmc Abruzzo Qualità), l’artista-ristoratore Aleandro Mariani (consigliere cda della Dmc Marsica Terrextra), l’albergatrice Annalori Barbati, l’albergatore Fabiano Accatino, il maestro di sci Edoardo Pandolfi, il barman Emanuele Lorusso e Igor Antonelli (Live Your Mountain, servizi al turismo), così come il ristoratore aquilano Fabio Climastone. Pronta una lettera a tutti i sindaci del territorio della provincia, oltre alle associazioni di categoria: «Chiederemo un aiuto a dar voce alla nostra protesta». Interessato anche il sindaco di Roccaraso Francesco Di Donato, vicepresidente vicario del Collegio nazionale dei maestri di sci.
Si chiede anche l’abbattimento del 50% dell’aliquota di imposizione fiscale per le annualità 2022-2025, oltre alla sospensione delle imposte dirette e indirette per l'annualità 2020/2021 e successiva restituzione in 120 mesi con abbattimento del 60% sulle imposte indirette. Altro punto tra le proposte è la trasformazione dei ristori in indennizzi che non siano inferiori al 50% del mancato fatturato rispetto alla medie delle due annualità precedenti 2018/2019. Il comitato spinge anche per il blocco immediato di tutte le vendite dei palazzi di interesse storico-artistico, strutture ricettive e stazioni sciistiche a capitali esteri per 5 anni. Per altrettanto tempo, secondo le valutazioni del comitato, sarebbe necessario il blocco delle vendite di locali commerciali dove siano state esercitate attività turistico alberghiere e di ristorazione cessate a causa della crisi legata al Covid-19. Si chiede anche l’istituzione di un fondo di solidarietà costituito dal 30% degli stipendi dei politici da distribuire in modalità di mutuo soccorso a coloro che vengono sottoposti ad azioni giudiziarie in seguito al danno conseguente alle chiusure imposte dai Dpcm.
Allo stesso modo si propone un finanziamento ponte a fondo perduto del 50% sul 45% del mancato fatturato, sulla base della media delle annualità 2018/2019, con garanzia Mediocredito, e restituzione del 50% a 15 anni e preammortamento di 24 mesi. Altro nodo riguarda l'inserimento delle attività con partita Iva aperte dopo aprile 2019 tra i fruitori di contributi e ristori, così come l'annullamento della Tari nei mesi di mancato fatturato. I ristori, secondo il comitato, dovrebbero riguardare anche le attività di Bed& Breakfast senza partita Iva. Infine, si propone il blocco degli affitti per le attività chiuse a seguito dei Dpcm e per coloro che hanno avuto un fatturato inferiore al 60% degli anni precedenti, oltre al blocco della fatturazione delle utenze di luce, acqua e gas per le attività con assenza di fatturato. I membri del comitato si dicono pronti anche a manifestare in strada, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza e delle restrizioni anti-Covid.
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