l’inchiesta sui puntellamenti

Il gip: «Pellegrini e Di Persio rimasti al timone Dipe»

L’AQUILA. Non si sono messi da parte nella gestione della società finita nel mirino della procura della Repubblica per la vicenda giudiziaria dei puntellamenti. Anzi. Gli imprenditori indagati Mauro...

L’AQUILA. Non si sono messi da parte nella gestione della società finita nel mirino della procura della Repubblica per la vicenda giudiziaria dei puntellamenti. Anzi. Gli imprenditori indagati Mauro Pellegrini e Giancarlo Di Persio hanno messo dei sostituti alla guida della società Dipe – commissariata dal tribunale – che si sono fatti “pilotare” dai due principali personaggi finiti sotto inchiesta (e ai domiciliari) insieme all’ex assessore comunale di centrodestra Pierluigi Tancredi e agli altri due imprenditori, i teramani Andrea e Maurizio Polisini, raggiunti dalla misura cautelare nell’estate del 2015. Così si evince dall’ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Romano Gargarella ha applicato la misura dell’interdizione a carico della società Dipe, sostituita contestualmente con un altro provvedimento che dispone la nomina del commissario Paolo Farano incaricato di accedere alla documentazione aziendale, al fine di proseguire l’attività in corso pur restando fermo il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.

NUOVE INTERCETTAZIONI. Nell’ordinanza del gip sono riportate alcune nuove intercettazioni telefoniche dalle quali si evince come, secondo gli investigatori, i due soci in affari della Dipe abbiano proseguito indisturbati la loro attività imprenditoriale cercando, così, di evitare provvedimenti a carico dell’azienda. «A titolo di esempio», annota il gip, «è emerso come i due abbiano progettato il futuro acquisto di un terreno per la successiva realizzazione di un capannone della Dipe, abbiano concordato il da farsi riguardo ai lavori da terminare o ancora da cantierizzare e abbiano stabilito la dislocazione degli operai nei vari cantieri. La sostituzione dei membri del cda è pertanto consistita nell’inserimento di persone non concretamente dotate di autonomia decisionale, che si trovano nella sfera di influenza dei precedenti amministratori, e attuali proprietari; e che sono chiamati a seguire le indicazioni di soggetti apparentemente estranei alla Dipe, ma di fatto gestori dell’intera operazione, in altri termini di soggetti che, pur agendo nell’ombra, appaiono essere coloro che, di fatto, gestiscono questa nuova fase della vita della società». Dice Ussani: «Se tu consideri che noi abbiamo firmato tremila pagine senza sapere insomma un altro po’ che c’era scritto...e poi costituiamo una figlia di questa a cui magari travasare poi giustamente contratti e cose, insomma, no?». E l’interlocutore aggiunge: «Chiaro. L’importante è che mo’ si sistema ’sta roba delle procure in modo tale che poi ci si renda anche un po’ più indipendenti anche dal presidente quindi...».©RIPRODUZIONE RISERVATA