Il terremoto raccontato dalla Rai

Tre reportage nella basilica di Collemaggio mentre il ministro Barca fa il vago sulla legge per L’Aquila

L’AQUILA. Legge sulla ricostruzione avvolta nel mistero. Almeno fino a oggi alle 13, quando il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, esporrà i dettagli del decreto già approvato dal consiglio dei ministri e che oggi sarà depositato in Parlamento. Per tutta la durata dell’evento «Rai - il racconto di una tragedia. Impegno a non dimenticare», organizzato dall’associazione «Abruzzo moderno» all’interno della basilica di Santa Maria di Collemaggio, invece, il ministro ha tenuto ieri sera la bocca cucita.

«Uffici territoriali? Seconde case? Co.co.co. ? Saprete tutto domani (oggi ndr)», così ha risposto il ministro alle domande dei cronisti e dei responsabili di alcune aree del cratere sismico: Lu ciano Mucciante, (area omogenea numero 4) e sindaco di Castel del Monte, e il coordinatore dei sindaci delle otto aree omogenee, Emilio Nusca, che scuri in volto hanno alla fine ripiegato sul capo dipartimento per le Politiche di sviluppo territoriale, Aldo Mancurti, accerchiato fino a concedere una timida promessa: «Gli 8 uffici delle aree omogenee nella legge ci saranno». Legge sulla quale, dunque, si saprà qualcosa di certo soltanto con la conferenza stampa che si terrà oggi nell’ufficio del ministro a Largo Chigi, a Roma.

«Non esiste alcun provvedimento», ha scherzato Barca ieri davanti alla basilica. E poi ai sindaci delusi: «Possono stare tranquilli, non ci saranno sorprese». Quanto alle seconde case dei centri storici minori (rimaste a tutt’oggi senza contributi per la ricostruzione), il ministro ha liquidato la questione con un «aspettate 12 ore e saprete». «Abbiamo anticipato tutto, l’ho anche raccontato in piazza», ha aggiunto, «adesso un attimo di attesa lo potete anche concedere.E con passo affrettato è entrato in basilica.

Il racconto della tragedia. All’interno della basilica c’erano, tra gli altri, il consigliere della Rai Rodolfo De Laurentiis, il direttore del Tg2 Marcello Masi, il presidente dell'Ance Gianni Frattale, l’amministratore delegato Rai Net Piero Gaffuri, il presidente dell’associazione «Abruzzo Moderno» Alessandra Rossi e Vincenzo Vittorini del movimento «L'Aquila che vogliamo».

Tre reportage sul terremoto sono stati trasmessi in una basilica piena di gente, immagini che hanno riportato la memoria indietro nel tempo, a quelle terribili ore dopo il sisma, quando la città era un groviglio di macerie, buio e disperazione. Al centro del dibattito: il ruolo della Rai nel raccontare il sisma. «Un ruolo importantissimo», ha detto Masi. «Noi abbiamo cercato di raccontare prima l’impatto emotivo, poi le cose utili, mantenendo sempre l’attenzione sulla città con i nostri reportage». Critiche alla stampa, invece, sono arrivate dal ministro Barca: «Dopo l’emergenza, quando il processo è diventato complesso», ha detto, «la stampa si è accontentata di fare un racconto “depresso”, trasmettendo il messaggio a tutto il Paese che la ricostruzione non è mai cominciata». Al dibattito sono intervenuti, tra gli altri, anche il sindaco Cialente, il vescovo D’Ercole, il vice presidente vicario del consiglio regionale, De Matteis.

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