CANISTRO. «È stato straziante. Ho visto Whisky morire davanti ai miei occhi. Non riesco più a dormire, non faccio altro che rivivere quei momenti». Disperata una donna di Canistro, che solo due giorni fa si è ritrovata coinvolta in una vicenda drammatica. Secondo quanto ha riferito al Centro - tutto da dimostrare - si trovava a passeggio con il cagnolino del nipote, un Jack Russell, in località San Vito, lungo la strada che porta a Pesco Canale, frazione di Capistrello, quando ha avvertito una strana presenza alle spalle.

«Mi sono voltata e ho visto un Pastore Abruzzese e un pitbull correre verso di noi. Non sono riuscita a scappare, loro erano troppo veloci. Ho subito preso in braccio il cagnolino di mio nipote, ma a quel punto mi hanno aggredito. Ho fatto per scappare e Whisky è scivolato a terra. Lo hanno afferrato e ammazzato davanti a me». La donna si è sentita male. Ha accusato un malore ed è stata soccorsa dai sanitari del 118. Sempre secondo la donna, «i due cani in questione si trovavano sul posto alla presenza della padrona, senza museruola, né guinzaglio».

La stessa avrebbe cercato di impedire quanto accaduto, senza riuscirci. «Io e Whisky eravamo già stati aggrediti da questi due esemplari mentre ci trovavamo a passeggio in località La Sponga, solo due giorni prima», ha aggiunto. «In quella circostanza il mio cane non era al guinzaglio ed è riuscito a scappare. Stavolta è andata diversamente. Ho dovuto trovare il coraggio di chiamare mio nipote e riferirgli l’accaduto. Presenteremo formale denuncia ai carabinieri forestali di Canistro, che abbiamo già allertato». Il veterinario contattato dalla famiglia ha certificato le dinamiche della morte.

La vicenda ha destato grande sconcerto in paese, al punto che alcuni cittadini hanno voluto esprimere la propria preoccupazione. «Una situazione ormai insostenibile. Sappiamo che già la scorsa settimana questi due cani hanno ferito a morte un altro cagnolino. Abbiamo paura. Soprattutto pensiamo ai turisti e a quanti non conoscono la zona e non hanno contezza del rischio legato ad animali padronali in stato di libertà», concludono.

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