L'antico forno rischia la chiusura all'Aquila

L’amministratore giudiziario ha inviato le lettere di licenziamento agli addetti
L’AQUILA. Una ventina di lettere di licenziamento hanno raggiunto lo scorso 9 aprile altrettanti lavoratori dell’Antico Forno San Biagio. Si conclude così la crisi in cui il forno, fondato nel 1964 da una famiglia aquilana, si trova da circa tre anni, da quando un’inchiesta della Guardia di Finanza ha portato a diverse denunce per varie irregolarità.
Ora l’amministratore giudiziario, Andrea Mantini, nominato dal giudice per cercare di scongiurare la chiusura cercando anche acquirenti per il forno, getta la spugna e decide per i licenziamenti. Diciannove gli attuali dipendenti che restano, così, senza lavoro, avanzando, tra l’altro, ancora due mensilità (quelle di febbraio e di marzo) mentre è in forse anche la restituzione del Tfr (per un totale di 200mila euro). A fare precipitare la crisi del panificio è stato il sequestro del forno, a Pile, da parte del Nas (Nucleo anti sofisticazione) dei carabinieri, in quanto i macchinari, ormai vecchi, emettevano fumo. E uno dei motivi della decisione dei lavoratori di non costituire una cooperativa per rilevare l’attività, su proposta di Mantini, sta proprio nello stato precario dei macchinari: per rinnovarli ci sarebbero volute molte risorse che i dipendenti non hanno. Molti, inoltre, i fornitori che negli anni si sono tirati indietro per i mancati pagamenti, mentre le commesse andavano sempre più scemando. «Una situazione difficile per i lavoratori, visto che la crisi dipende da una delicata storia giudiziaria» spiega il segretario provinciale della Flai-Cgil, Marcello Pagliaroli. Ora si sta cercando di ottenere qualche forma di ammortizzatore sociale per gli ex lavoratori «ma si va purtroppo verso il fallimento» prosegue il sindacalista «non ci sono i margini per accedere alla mobilità». (m.g.)