L’odissea dei pazienti nella città di lamiera

Uffici e servizi dell’Azienda sanitaria lasciati ancora nei container post-sisma L’immenso patrimonio immobiliare va in malora e salgono gli affitti d’oro
L’AQUILA. La vergogna si nasconde a malapena tra una fratta e l’altra di questa città di latta che arroventa oltremisura le giornate di quasi luglio di pazienti e dipendenti costretti a stare ancora nei container a sei anni dal terremoto.
Varcare il cancello di ferro dell’ex presidio ospedaliero di Collemaggio significa lasciarsi alle spalle la grande bellezza del rosone della basilica per entrare nella schifezza dei rovi che ricoprono le palazzine di proprietà dell’azienda sanitaria. Ma non solo. Rifiuti ovunque, tombini aperti, muri scrostati ricoperti di murales, cani randagi a zonzo. Insomma, da un lato un pessimo esempio di gestione di un immenso patrimonio immobiliare e ambientale pubblico. E dall’altro un pericolo serio e costante per chiunque si trovi a frequentare questa capitale dell’abbandono. Sia per una vaccinazione o per un certificato, per il rinnovo di una patente oppure per una visita medica, la passeggiata tra i tigli dai fiori esplosi e i pini di questo enorme spazio mal gestito diventa un’odissea per gli utenti di vari servizi. Che, è vero, sono sempre di meno in questo presidio, visto che di tanto in tanto alcuni uffici traslocano – negli ultimi tempi soprattutto all’ex Onpi al Torrione – ma che comunque, a giudicare dal movimento di persone e dalla cartellonistica, sono ancora in funzione.
Questo argomento, più volte sollevato, anche con incontri pubblici promossi dal comitato 3e32 e dalla galassia di Casematte, sembra non spiccare nell’agenda non soltanto dell’azienda sanitaria ma anche di Regione e Comune. Sullo sfondo – materia, questa, di potenziale interesse per la Corte dei Conti – gli affitti per decine di migliaia di euro che l’Asl sborsa ogni mese per le varie sedi, da quelle di via Saragat a Campo di Pile fino a quelle pubbliche (il Comune) per una parte dei locali dell’ex Onpi. In quest’ultima struttura, dopo il Distretto di base, sono stati trasferiti svariati servizi (gli ultimi in ordine di tempo il punto unico di accesso e l’unità di valutazione multidimensionale), ma in certi casi senza la contemporanea rimozione della segnaletica (a parte quella abbattuta che giace abbandonata a terra), il che contribuisce a rendere l’area un vero e proprio manicomio come è stato per decenni. Chissà se il recente annuncio del dg dell’Asl Giancarlo Silveri di tornare a fare politica attiva, magari come candidato della destra alle amministrative 2017, non sia dovuto al fatto che, non essendo riuscito a farlo nel suo attuale ruolo, il manager voglia risolvere da sindaco la vergogna di Collemaggio.
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