L'Aquila, webcam nascoste nei bagni: «Io e la mia compagna in quella casa: ho i brividi»

31 Ottobre 2025

La testimonianza di un 33enne che ora vive fuori: «Mi si è gelato il sangue». Il via vai fuori dall’immobile: «Non vogliamo parlare, siamo ancora sconvolti»

L’AQUILA

Le dodici etichette con i nomi sul citofono sono state grattate via, tanto che il postino, che arriva quando il sole sta per scendere all’orizzonte, è costretto a tenersi la corrispondenza per sé. Probabilmente un tentativo estremo di provare a salvare il salvabile di una privacy fatta a pezzi dalle microcamere nascoste nei bagni e nelle camere del condominio. L’attesa dei cronisti davanti al condominio del reality-horror è vana. Alcuni degli inquilini, in particolare ragazzi, arrivano alla spicciolata e si infilano nel cancello senza proferire parola. Nei loro volti si leggono dolore, sconcerto, preoccupazione. «Non è il caso di parlare, siamo sconvolti» quasi si schermisce una ragazza. Un’altra usa toni simili: «Capite lo choc, per favore». E via, chiudendosi fragorosamente il portone alle spalle. All’ingresso dell’abitazione una mini isola ecologica con un cartello che suona quasi come una beffa: «Attenzione, area videosorvegliata». Purtroppo, è l’unico avviso. Il problema non riguarda solo chi vive qui, ma anche chi è in affitto in altre abitazioni di proprietà dell’uomo e chi qui è già passato.

IL RACCONTO  «È terrificante. Quando ci penso mi vengono i brividi». È così che si sente un 33enne attualmente residente fuori regione, ma fino allo scorso anno affittuario, insieme alla sua compagna, di uno degli appartamenti “spiati” in via degli Acquaviva, alla periferia Ovest dell’Aquila.

Anche nel bagno da lui e da lei utilizzato per più di un anno è stata infatti ritrovata una delle microcamere disseminate in tutti gli alloggi, pure questa ben occultata all’interno di un’intercapedine dello specchio.

A ritrovarla, gli agenti della polizia di Stato, intervenuti nell’alloggio precedentemente occupato dalla coppia a seguito della segnalazione dell’attuale inquilina, che ha già sporto denuncia. «È assurdo», dice l’uomo, ancora scosso. «L’ho saputo dopo che mi è arrivata una telefonata da un numero a me sconosciuto», racconta. «La voce all’altro capo mi ha detto: “ciao, sono la ragazza che ha preso il vostro posto in quell’appartamento, volevo dirvi che è successa questa cosa nel bagno utilizzato in precedenza anche da voi”. E lì mi si è gelato il sangue. La sentivo agitata, non poteva essere uno scherzo di cattivo gusto. Anche perché poi mi ha detto di essersi già recata in questura a sporgere denuncia, suggerendomi che forse avrei dovuto farlo anch’io, visto che potevo esserne rimasto coinvolto a mia volta insieme alla mia compagna. Così domani (oggi per chi legge, ndr), andremo a sporgere denuncia anche noi contro ignoti. Non so che pensare», dice. «Non so quando sia stata piazzata lì quella telecamera, non so se le nostre immagini intime siano già state diffuse sul web, o se invece si trovino solo nell’archivio privato di qualcuno. Il fatto che possa esserci andata di mezzo la mia compagna poi mi lascia ancora più impietrito. L’unica speranza a cui mi sto aggrappando, in questa fase, è che la telecamera possa essere stata installata solo dopo il nostro trasloco da quell’appartamento, che infatti è rimasto libero per qualche tempo prima dell’ingresso di chi poi ha preso il nostro posto. Però ripeto, non so che pensare. Siamo solo sconvolti». Come tutti i protagonisti di questo, assurdo, reality.  

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