Maltrattamenti con la spada, arrestato un 21enne

28 Agosto 2025

Il giovane è stato fermato dalla polizia: dovrà rispondere di estorsione, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione illegale di un’arma 

L’AQUILA. Prima le minacce, poi gli insulti e le pressanti richieste di denaro armi in pugno. Al punto da indurre i familiari a chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Un 21enne di nazionalità italiana, ma di origini sudamericane, dovrà quindi rispondere ora dei reati di maltrattamenti in famiglia, estorsione, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e detenzione di arma illegalmente detenuta. Il giovane è stato infatti tratto in arresto due notti fa dagli agenti della polizia di Stato, intervenuti intorno all’una in una palazzina di viale Alcide De Gasperi, nel quartiere Torrione, a pochi passi dalla questura.

Così, mentre i riflettori erano tutti puntati sulla scalinata di San Bernardino, dove aveva da poco finito di esibirsi Stefano De Martino, una volante della polizia di Stato stazionava invece in prossimità dello spartitraffico di viale De Gasperi. Poco più in là anche un’ambulanza, a tradire la calma apparente che regnava nel quartiere a quell’ora. Entrambi i mezzi senza nessuno a bordo. Una quiete poi però interrotta dal corteo di operatori fuoriusciti dal portone di una palazzina su strada. Prima quelli del 118, poi anche quelli di pubblica sicurezza. Con i primi a scortare sotto braccio il 21enne, invitato a salire su un’ambulanza visto il suo stato di alterazione.

E a stare calmo, «tanto adesso hai anche le manette ai polsi», si sente. Subito a seguire gli agenti intervenuti, a loro volta diretti sulla volante impugnando un’arma di grosse dimensioni appena sequestrata al ragazzo, che poi si scoprirà essere un “bastone animato”: all’apparenza un semplice bastone da passeggio, di quelli che servono ad agevolare la deambulazione, ma che all’occorrenza può essere sguainato e utilizzato come un’arma bianca, dato che al suo interno nasconde una lunga lama.

Praticamente una spada, probabilmente brandita all’indirizzo dei genitori così da indurli a consegnare il denaro richiesto. Quindi la chiamata al 112 e l’arrivo degli agenti dalla vicina questura, costretti prima a ingaggiare una trattativa con il giovane, poi ad ammanettarlo contro la sua volontà una volta che ogni richiesta di collaborazione era ormai caduta nel vuoto. Con i poliziotti rimasti lievemente contusi al momento del fermo.

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