Mille migranti ospiti in provincia «L’Aquila modello di inclusione» 

Arriva il bilancio del progetto di formazione per il lavoro nell’edilizia dedicato a chi fugge dalle guerre  Sono 53 quelli che hanno già partecipato, via al nuovo corso. Il prefetto: «Noi primo esempio in Italia»

L’AQUILA. «Sono 4mila attualmente i migranti presenti in tutto l'Abruzzo, di cui mille ospitati nell’aquilano», a dirlo è stata il prefetto dell’Aquila Cinzia Torraco durante la presentazione del progetto di formazione professionale “Lavoro per l’inclusione”, rivolto ai migranti in particolare condizione di vulnerabilità, promosso da Carispaq, Ance L’Aquila e dall’Ente paritetico per la formazione e la sicurezza in edilizia (Ese-cpt) della provincia dell’Aquila.
La conferenza è andata in scena ieri mattina all’auditorium della Carispaq, in occasione della Giornata delle Fondazioni, la ricorrenza dedicata a valorizzare l’impegno delle realtà filantropiche in tutta Europa. Le celebrazioni si sono svolte alla presenza, appunto, del prefetto Torraco, ma anche dai vertici della Fondazione Carispaq (il presidente Domenico Taglieri con il segretario generale David Iagnemma), dell’Ese-cpt (il presidente Sergio Palombizio, il vice Riccardo Zelinotti e la coordinatrice Valentina Scenna), dell’Ance dei costruttori dell’Aquila (il direttore Lucio Cococcetta) e di decine di migranti che negli scorsi anni hanno partecipato al corso di avviamento al lavoro.
L’iniziativa è arrivata proprio mentre in città si parla della possibile apertura di uno dei nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), struttura promessa dal presidente della regione Marsilio al governo Meloni, tra l’ex caserma Campomizzi e l’aeroporto di Preturo. Il fenomeno della migrazione di massa, del resto, è una realtà con cui l’Italia intera deve fare i conti, oltre l’ottica dell’emergenzialità. A tal proposito, la «progettualità tra la prefettura aquilana e l’Ese-cpt per favorire formazione professionale e l’inserimento socio-lavorativo nel settore dell’edilizia di cittadini stranieri richiedenti asilo, di titolari di protezione internazionale, nonché di altri cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità», ha spiegato il prefetto, «ha costituito il primo modello locale riconosciuto a livello nazionale di attuazione e declinazione dell’accordo inter-istituzionale suggellato con il protocollo d’intesa tra lo Stato, attraverso la sottoscrizione del ministro del Lavoro e del ministro degli Interni, con l’Ance e le organizzazioni sindacali nazionali di settore, avvenuto nel maggio del 2022».
Ad oggi sono 53 i migranti che all’Aquila sono stati formati nel settore dell’edilizia dall’Ese-cpt nell’ambito di “Lavoro per l’inclusione”, di cui 35 assistiti dalla Caritas e 18 dall’Arci dell’Aquila.
Quella del 2023 è la quinta edizione del corso e comincia oggi. Come di consueto avrà una durata di 80 ore, di cui 16 di formazione teorica obbligatoria per entrare in cantiere e 64 di formazione pratica, insieme ad un percorso di apprendimento della lingua italiana. «Siamo stati tra i primi in Italia a sottoscrivere il protocollo d’intesa per prendere parte al progetto», ha detto Palombizio, «L’Aquila è il cantiere più grande d’Europa, eppure mancano sempre gli operai. Questo percorso è un aiuto alla nostra comunità sotto tutti i punti di vista».
“Lavoro per l’inclusione” promuove la formazione lavorativa come collante sociale e strumento di inserimento nella società italiana non solo nell’edilizia, ma in tanti altri settori, tra cui quello della ristorazione. «In una società realmente progredita il lavoro è uno strumento indispensabile», ha aggiunto Taglieri. «L’inserimento nel mondo del lavoro è uno strumento di inclusione e vera emancipazione».
In tutta Europa sono oltre 147 mila, tra fondazioni e realtà filantropiche, che ogni anno stanziano oltre 60 miliardi di euro a favore delle organizzazioni del terzo settore e di progetti per lo sviluppo sostenibile.
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