Sara Sforza, 23 anni, con il fidanzato Alessio Vergari (31) anche lui ferito nella tragedia sulla statale Tiburtina

LO SCHIANTO NELLA MARSICA

Muore a 23anni, polemiche sul mancato arresto dell'ubriaco alla guida

La tragedia della giovane estetista di Aielli. Scatta raccolta di firme indirizzata al ministro Bonafede

CELANO. Nel sangue tracce di alcol, cocaina e oppiacei. La sua auto sfreccia veloce, compie un sorpasso azzardato lungo una strada dov’è presente la doppia linea continua. E si schianta. Fotogrammi di una tragedia che ha strappato alla vita la 23enne Sara Sforza, residente ad Aielli. Lei guidava una Renault Twingo, con al suo fianco il fidanzato Alessio Vergari, 31 anni, rimasto ferito in modo serio. Ferito anche il conducente dell’Alfa Romeo 159 che secondo i primi testimoni e i primi rilievi ha provocato lo scontro sulla Tiburtina. È un marocchino di 25 anni, con precedenti per droga, raggiunto da un decreto di espulsione impugnato in Cassazione dal suo legale. Per tale ragione si trovava ancora in Italia, residente a Paterno. La Procura di Avezzano non ha ritenuto che vi erano gli estremi per l’arresto e quindi Y.A. al momento è soltanto indagato per omicidio stradale. Nell’impatto ha subìto un trauma cranico ed è ricoverato in ospedale (gli inquirenti non hanno fornito le sue generalità complete).

La Renault Twingo dell'estetista travolta sulla Tiburtina (foto di Antonio Oddi)

L’INCIDENTE. È avvenuto poco dopo le 17 lungo la Tiburtina tra Aielli e Celano, al chilometro 126,001 non distante dal centro commerciale “Le Ginestre”, in località Tre ponti. Stando a una prima ricostruzione, l’Alfa Romeo 159 guidata dall’immigrato era in fase di sorpasso in prossimità di un dosso della Tiburtina che riduce di molto la visibilità. La vettura è piombata come un missile sulla Renault Twingo dei due giovani, coinvolgendo anche un terzo veicolo, un’Audi. Sara Sforza è morta sul colpo, incastrata nel groviglio di lamiere nell’auto ribaltata. Tra i primi ad arrivare anche un vigile del fuoco, zio della vittima. Poi le ambulanze del 118. Il 31enne Vergari ha riportato un trauma cranico e la frattura a un braccio. Verrà operato oggi. In ospedale ha saputo della morte della fidanzata. Illeso il guidatore dell’Audi.
L’INCHIESTA. Viene coordinata dal procuratore Andrea Padalino. Il conducente dell’Alfa 159 è stato sottoposto ai test di alcol e droga, risultando positivo. I mezzi coinvolti nell’incidente sono stati posti sotto sequestro e forse nelle prossime ore si deciderà per un’eventuale autopsia sulla vittima, trasportata all’obitorio dell’ospedale.
TRAFFICO PARALIZZATO. La viabilità sulla Tiburtina è rimasta paralizzata per ore e i veicoli, sia in direzione Avezzano che verso Pescina, sono stati deviati su strade secondarie, con l’ausilio degli agenti della polizia locale di Celano.
«ANDAVA ARRESTATO». Lo dice chiaramente l’avvocato Lucio Cotturone, che assiste la famiglia Vergari. Secondo il legale celanese c’erano le esigenze cautelari per fermare il marocchino indagato. «Ci troviamo di fronte a un’interpretazione abnorme della legge», sottolinea Cotturone, «la Procura ha ritenuto che non vi fosse la flagranza di reato, che in questo caso c’era tutta. Nei confronti del conducente della macchina, visti i primi elementi raccolti, andava applicato l’arresto secondo la normativa dell’omicidio stradale, anche perché esiste il reale pericolo di fuga. È stato omesso un arresto obbligatorio di fronte a una tragedia che sconvolge per le modalità con cui è avvenuta e visto che il conducente è stato trovato positivo ad alcol e cocaina, con valori di molto superiori ai limiti di legge».

Un'altra bella immagine della 23enne

GIUSTIZIA PER SARA. Qualcuno, già nelle ore successive al dramma, ha alzato la voce. Come Domenico Parsi che ha lanciato la petizione “Giustizia per Sara” sulla piattaforma on line Change.org. «Sara Sforza, una ragazza di 23 anni, è morta in un incidente stradale provocato da un marocchino positivo all’alcol test che ha effettuato un sorpasso in un tratto di strada in cui è vietato», è quanto scritto nel testo indirizzato al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, «la popolazione è stufa di vedere vite spezzate a causa di droga, alcol e la mancanza del minimo senso civico. Non vogliamo assolutamente che tutto finisca a tarallucci e vino. Ci sono due genitori che non vivranno più per il resto della loro vita».
VOLEVA FARE L’ESTETISTA. Una ragazza dai lunghi capelli bruni e dai grandi occhi neri. Solare e amante del divertimento. La 23enne viveva con il papà Fabio, noto commerciante di carni originario di Celano, la mamma Domenica Barbieri, di Cerchio, e la sorella minore Silvia. Una famiglia molto conosciuta in tutta la Marsica. Il padre della giovane è figlio di Edmondo Sforza, titolare dell’omonimo ingrosso di lavorazione e vendita della carne con sede a Celano e conosciuto in tutto l’Abruzzo. L’uomo si accingeva a inaugurare una propria macelleria nel centro di Aielli. E ad Aielli dovevano aprire una loro attività anche i due fidanzati coinvolti nello schianto: Alessio per fare il parrucchiere (lavoro svolto per alcuni anni ad Avezzano) e Sara l’estetista. La 23enne si era diplomata al Liceo scientifico Vitruvio di Avezzano. Dopo gli studi aveva iniziato a lavorare come estetista specializzandosi nella tecnica del gel nails per la cura e la ricostruzione delle unghie. Sconvolta anche la famiglia Vergari. Stefano, il papà di Alessio, e Davide, il fratello che è il capitano della squadra di calcio a 5 D’Amore Noleggi di Cerchio, si trovavano a Sharm El Sheik. Hanno ripreso il primo volo per tornare in una Marsica sconvolta dal dolore.
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