Progetto Case, consigliere Pdlindagato per truffa aggravata

Avrebbe avuto un alloggio del Case senza averne diritto

L'AQUILA. L'accusa è pesante. Articolo 640 bis: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. A essere caduto nella rete della Procura della Repubblica è un politico, unico consigliere comunale del gruppo Pdl (in consiglio il centrodestra ha ancora sia il gruppo di Forza Italia che quello di An in quanto nel 2007 il Pdl non esisteva ancora). Si tratta di Raffaele Cavaliere. Con lui coinvolti anche alcuni familiari.

Qualche giorno fa a Raffaele Cavaliere di 73 anni, è stato notificato un avviso di conclusioni delle indagini a firma del pubblico ministero Antonietta Picardi. Con le stesse accuse del consigliere comunale sono indagati il figlio Gianfranco e la moglie Berardina D'Orazio. Per Gianfranco alla truffa il pm ha aggiunto anche il falso. Coinvolta, con l'accusa di truffa, anche la fidanzata di Gianfranco Cavaliere.

Le indagini, che hanno convinto il pubblico ministero a chiudere rapidamente l'inchiesta e a inviare agli indagati il relativo "avviso", sono state condotte dai carabinieri della stazione di Paganica che hanno rimesso alla Procura della Repubblica una sostanziosa documentazione a sostegno dell'accusa.

La sostanza del reato contestato al consigliere comunale è che avrebbe ottenuto, senza averne diritto, un alloggio del Piano Case di Paganica. I carabinieri avrebbero accertato che nell'agosto del 2009 Gianfranco Cavaliere, figlio di Raffaele avrebbe presentato la richiesta per ottenere un alloggio del Case per tre persone, cioè per lui e i suoi genitori. E questo, sostiene l'accusa, pur sapendo bene che la madre già nell'aprile del 2009 aveva cambiato la residenza anagrafica e da allora sarebbe vissuta stabilmente a Gessopalena (Chieti) con il consorte.

L'alloggio del Case sarebbe rimasto a disposizione del solo figlio Gianfranco (che se avesse presentato la domanda come single forse non l'avrebbe ottenuto) il quale avrebbe ospitato per lunghi periodi la fidanzata - che abitava, lavorava e lavora all'Aquila - la quale fino all'agosto del 2010 avrebbe ottenuto anche il contributo di autonoma sistemazione in quanto avrebbe fatto figurare come sua residenza anagrafica il suo paese di origine nel Lazio. (g.p.)

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