la storia - il ritrovamento dell’ordigno 

Quegli 85 bombardamenti che terrorizzarono la città

La scoperta di un ordigno bellico inesploso, in una cava di Ortucchio, proveniente – assieme a materiali inerti – dallo scavo effettuato in un cantiere al centro di Avezzano, ha riportato alla mente...

La scoperta di un ordigno bellico inesploso, in una cava di Ortucchio, proveniente – assieme a materiali inerti – dallo scavo effettuato in un cantiere al centro di Avezzano, ha riportato alla mente i devastanti bombardamenti subiti dalla città nel periodo della Seconda guerra mondiale, nel periodo che va dal novembre 1943 al maggio 1944. Una seconda tragedia dopo il terremoto del 1915, di trent’anni prima, causata dai bombardamenti degli anglo-americani, che ritenevano la nostra zona sede del quartier generale tedesco per il sud Italia, sotto il comando del feldmaresciallo Albert Kesserling. Il castello di Massa d’Albe divenne, infatti, una strategica torre di controllo tedesca per il centro Italia e gli alleati per indebolire i tedeschi sulla linea Gustav preparano operazioni offensive anche attraverso i bombardamenti.
In tutto furono 85 quelli subiti da Avezzano, con un bilancio di 94 morti, 504 feriti, 350 case distrutte, 324 danneggiate e tanta, tanta paura tra i sopravvissuti, che avevano ancora nella mente la tragedia vissuta nel terremoto del ‘15.
Il 4 novembre del 1943 ci fu il primo bombardamento, che danneggiò quindici case, senza morti e feriti. Il secondo si verificò il 10 dicembre dello stesso anno e fece le prime vittime tra la popolazione civile, con dieci morti e cinquanta feriti. Era di domenica, verso le dodici, quando molti cittadini uscivano dalla cattedrale, dopo la messa. Alcuni cacciabombardieri alleati arrivarono all’improvviso mitragliando e lanciando bombe, mietendo vittime e provocando danni. È da quel giorno che la gente impaurita incominciò ad abbandonare la città. Un numero limitato di persone si rifugiò nella grotta di Ciccio Felice, alle pendici del Salviano, e nella zona a nord nelle grotte di Castelnuovo, mentre intere famiglie sfollarono nei paesi vicini (Luco, Trasacco, Collelongo e nel Cicolano). Fino a gennaio del 1944 non ci furono altri bombardamenti e qualche sfollato tornò in città, seppur vivendo quei giorni con grande apprensione e angoscia. Il fronte si spostava continuamente: Avezzano e il territorio circostante si trovavano nelle retrovie della linea Gustav che andava da Cassino a Ortona a Mare. Furono duramente bombardati anche Paterno, Capistrello, Cappadocia, Sante Marie, Carsoli, Massa d’Albe (la più colpita di tutte per la presenza del Comando tedesco: 41 vittime civili e paese semidistrutto).
Per il suo martirio, la città di Avezzano è stata insignita di medaglia d’argento al valor civile nel 1961, su proposta del ministro dell’interno dell’epoca, Taviani, con la seguente motivazione: «Sotto l’infuriare dei bombardamenti e delle rappresaglie nemiche, che causavano gravissime perdite umane e materiali, conservò intatta la sua fede nella libertà e nei destini della Patria».
(* giornalista
e cultore di storia locale)
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