Recupero ex Conservatorio A rischio l’avvio dei lavori

Impugnato al Tar il bando di quasi 13 milioni per il restauro della sede nel complesso di Collemaggio I ricorrenti hanno contestato l’esclusione dalla gara che poggia «su una motivazione generica»
L’AQUILA. Rischiano di slittare lavori per il recupero edilizio dell’ex Conservatorio di musica a Collemaggio, che prima del terremoto sorgeva in alcuni dei locali dell’antico complesso abbaziale adiacente alla basilica.
Le procedure per l’affidamento dei lavori, da quasi 13 milioni di euro, avviate lo scorso febbraio, infatti sono già oggetto di contenziosi.
In particolare, a ricorrere contro il bando emanato da parte del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche Lazio, Abruzzo e Sardegna, per individuare la ditta che dovrà occuparsi del lavoro, è stata la Intercantieri Vittadello con i progettisti degli studi tecnici Masucci e Vittorini/Mandanici, attraverso lo studio legale degli avvocati Ettore, Alessandro e Marco De Paulis.
La ditta ha impugnato l’esclusione dal bando di gara per mancanza di requisiti. L’udienza per la sospensiva dall’esclusione dev’essere ancora fissata dal Tribunale amministrativo regionale.
L’impresa potrebbe essere ammessa con riserva, decisione che ritarderebbe l’iter di assegnazione, seppure il termine ultimo per la presentazione delle offerte sia stato fissato per lo scorso mese di maggio.
«La società ricorrente contesta la legittimità dell’esclusione per l’assenza di un requisito per così dire speciale posto nel bando. Un’esclusione che si basa su una motivazione generica. La valutazione da parte della commissione di gara è difforme ai princìpi della legge e della giurisprudenza amministrativa», sostiene l’avvocato Marco De Paulis, praticamente certo del fatto che i ricorrenti verranno ammessi a partecipare al bando, seppur con riserva.
Tale requisito è stato posto per «particolare complessità della prestazione, che riguarda un bene di valore storico-artistico gravemente danneggiato dal terremoto e prevede la precedente partecipazione dei professionisti e delle imprese a lavori con opere di restauro. A nostro avviso è stato erroneamente interpretato il calcolo del requisito in totale contraddizione con i principi espressi dall’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) e dalla giurisprudenza».
Un “errore” che potrebbe costare caro: il ritardo nell’individuazione della ditta che dovrà occuparsi dei lavori, infatti, potrebbe tradursi in un ritardo anche nell’avvio delle opere per la ricostruzione del convento per cui la base d’asta è stata fissata a 12 milioni e 933.109 euro.
L’aggiudicazione, in ogni caso, sarà effettuata con il criterio dell’offerta più vantaggiosa.
Resta comunque il fatto oggettivo che i lavori per la ristrutturazione di un’opera importante ancora una volta rischiano di andare per le lunghe.(m.c.)
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