Ricostruzione: decreto, scontro sui fondi

A chi è senza casa meno soldi per la ricostruzione. Scontro sul decreto Abruzzo del governo. Il Pd: è un bluff. Chiodi: va corretto. Alla nostra regione trattamento peggiore rispetto all’Umbria. Mantini (Udc): «Scelte inadeguate gli indennizzi vanno dati al 100%» Le imprese: serve l’Obiettivo 1

L’AQUILA. Pochi e nemmeno certi. Sono i soldi promessi dal premier Berlusconi: 8 milardi di euro, 1,5 per l’emergenza e 6,5 per la ricostruzione dell’Aquila. Fondi che ad una attenta lettura del Decreto del Governo appaiono pochi rispetto alle attese di chi ha perso la casa e il lavoro, ma anche incerti nelle modalità di erogazione che nell’ammontare reale della cifra. Il decreto oggi è al centro di un esame che giorno dopo giorno non convince non solo il centrosinistra che incalza chiedendo per domani un Consiglio regionale straordinario, ma nemmeno il presidente della Regione, Gianni Chiodi.

Il presidente, infatti, parla di «Aspetti che possono e devono essere migliorati». Il rischio denunciato da più parti, da imprese, Regione, Provincia, Comuni e, soprattutto, dai cittadini che sono sul lastrico che le promesse si risolvano in un tragico bluff.

L’Abruzzo, poi denunciano il Pd e l’Udc non è stato trattato come l’Umbria e il Friuli e il decreto del Governo sarebbe la dimostrazione chiara di come dalle promesse fatte alle scelte decise c’è un abisso. Ieri Chiodi si è affrettato a osservare che è necessaria «una rilettura del decreto». Rilettura che è terreno di scontro tra maggioranza di centrodestra e opposizioni di centrosinistra. Il Pd ha annunciato che vorrà discutere del decreto.

«Domani possiamo discutere del decreto convocando un consiglio straordinario», incalza Camillo D’Alessandro capogruppo del Pd.