Santa Maria Paganica, tutto fermo Mancano 20 milioni per il restauro

La chiesa rimane “sventrata”. A oltre 15 anni dal terremoto non c’è la necessaria copertura finanziaria Ciciotti: «È in corso una verifica preventiva della progettazione che dovrebbe concludersi a giorni»
L’AQUILA. Per il restauro di uno dei simboli del terremoto, la chiesa di Santa Maria Paganica, non ci sono i fondi necessari: a mancare all’appello sono circa 20milioni di euro. La copertura finanziaria era stata assicurata dallo stesso Governo ormai più di un anno fa, ma non è mai arrivata. Nel 2021 l’apertura della sede distaccata del Maxxi a palazzo Ardinghelli, proprio davanti alla chiesa distrutta dal terremoto, sembrava aver dato la spinta propulsiva necessaria al recupero dell’antico edificio di culto. Eppure a distanza di tre anni da quel giorno e a più di 15 anni dal terremoto, dopo una serie lunghissima di progetti, bisogna tornare a fare i conti con la mancanza di fondi.
«Nonostante le varie interlocuzioni, ad oggi ancora non abbiamo la certezza della copertura finanziaria», spiega il direttore dei lavori del Segretariato regionale ai beni culturali, Augusto Ciciotti. «Ovviamente prima di partire con il cantiere bisognerà avere i soldi in cassa». Insomma, mentre ci si prepara a tagliare il nastro per Natale a tre importanti chiese del territorio (santuario di Roio, Santa Maria di Roio in centro storico e Santa Maria ad Nives a Rocca di Mezzo), non c’è pace per la chiesa devastata dal terremoto.
ProGETTO IN CORSO DI VERIFICA
Quello del finanziamento, tuttavia, non è l’unico problema da risolvere. Attualmente, infatti, ancora non ha l’ok il progetto di restauro, che ha avuto negli anni un iter molto travagliato. «È attualmente in corso la verifica preventiva della progettazione» spiega Ciciotti. «Abbiamo un’interlocuzione con la società affidataria di questo incarico. Una volta avuto il rapporto finale definitivo da parte della società esterna sarà possibile poi acquisire definitivamente il progetto dalla parrocchia».
Un primo progetto, infatti, era stato commissionato dalla diocesi, proprietaria dell’edificio, subito dopo il terremoto del 2009, ma nel 2015 la competenza delle chiese è passata al ministero. L’elaborato era stato dunque revisionato e approvato anche dagli uffici del Segretariato regionale ai beni culturali e della Soprintendenza e presentato a luglio 2021. A seguito di vari cambi al vertice sia del Segretariato che della Soprintendenza, tuttavia, si è ritenuto opportuno revisionare più volte il primo progetto. L’elaborato è poi passato a una società di verifica esterna, che dovrebbe concludere proprio in questi mesi il proprio lavoro.
I FONDI
Ma il nodo più spinoso resta quello della copertura economica. «Attualmente c’è solo una minima parte del finanziamento necessario rispetto al progetto generale», continua Ciciotti. «Speriamo che il Governo possa risolvere a breve la questione. La volontà è stata più volte espressa, ma va formalizzata. Ci deve essere un decreto di finanziamento effettivo, che ancora non c’è».
Per il recupero della chiesa sono a disposizione, infatti, appena 5.400.000 euro, derivanti dal progetto “L’Aquila centro storico” che comprende anche il duomo e le antiche mura. Con questa copertura si potrà portare a termine soltanto un primo lotto dei lavori: la chiesa complessivamente, infatti, avrebbe bisogno di un intervento di circa 25 milioni lordi.
«C’è assoluta necessità di un finanziamento globale», conclude l’architetto, «d’altra parte si tratta di una tipologia di intervento simile a quello della cattedrale, un intervento strategico, di grande rilevanza».
LA NUOVA CHIESA
L’intervento previsto nel progetto sarà rispettoso della storia della chiesa. Si procederà sulla base di dati fotografici, bibliografici e documentali, per riproporre la spazialità così com’era, ma saranno introdotte necessariamente integrazioni: ci sono ampie porzioni di murature da ricostituire per garantire la stabilità di tutto l’edificio.
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