Sulmona

Sulmonacinema replica a Cirilli: «Noi selezioniamo per qualità, non per nascita»

26 Novembre 2025

Il presidente Maiorano risponde all’attore, pronto a lasciare la città per la mancata considerazione del figlio, giovane regista: «Applichiamo criteri rigorosissimi, senza alcun favoritismo»

SULMONA. La polemica sulla mancata selezione del cortometraggio "L’amore di un figlio", diretto dal giovane regista sulmonese Mattia Cirilli e interpretato dal padre Gabriele, continua a far discutere. Dopo le dichiarazioni dell’attore e comico, che ha annunciato l’intenzione di lasciare Sulmona, arrivano ora le precisazioni del presidente dell’associazione Sulmonacinema, Marco Maiorano, e del sindaco Luca Tirabassi. La vicenda, tuttavia, non nasce ieri. I contrasti tra Cirilli e la città risalgono al 2022, quando gli fu negata la gestione del teatro comunale Maria Caniglia, affidata invece all’associazione Meta di Patrizio Maria D’Artista. All’epoca, l’amministrazione guidata dal sindaco Annamaria Casini propose invece a Cirilli e alla sua associazione La Factory la gestione del Piccolo Teatro di via Quatrario, intitolato a Tony Del Monaco.

L’attore rigettò la proposta, lasciando trasparire un certo disappunto. «Sulmonacinema esiste da 43 anni e ha sempre assicurato grande qualità da parte delle direzioni artistiche che si sono avvicendate nel tempo» spiega Marco Maiorano. «Dal 2016 la scelta è stata quella di concentrarci sui cortometraggi internazionali. Ne arrivano circa mille ogni stagione da 80-85 Paesi e noi ne selezioniamo 45-50, quelli che il pubblico vede durante i giorni di programmazione. Da questo si può capire come la percentuale dei selezionati sia molto bassa».

Il presidente sottolinea la rigidità dei criteri di selezione: «Il comitato fa un lavoro rigoroso, serio e ineccepibile, e la stessa cosa viene fatta nella selezione finale dalla direzione artistica. Non ci sono commenti da fare: parlano i criteri e i numeri. Immaginate se ognuno che realizza un cortometraggio lamentasse il fatto di non essere selezionato. Non mi sembra un comportamento da esternare oltre le mura di casa». Maiorano conclude: «Ci sono tanti cittadini di Sulmona che scrivono, recitano e fanno film e ci propongono le loro opere. Noi miriamo alla qualità, non agli amici o alle persone nate in questo territorio».

Il sindaco Tirabassi chiarisce il proprio ruolo nella vicenda: «Una richiesta personale di appuntamento da parte di Gabriele Cirilli non l'ho ricevuta. Mi accennò tempo addietro e ci dicemmo che ci saremmo visti. Ci conosciamo da bambini e quindi da parte mia non c'è nessun problema ad incontrarlo. Voglio precisare però che non è il sindaco a poter interferire sulle scelte di Sulmonacinema. Chi ha gestito il teatro fino adesso lo ha fatto molto bene e con ottimi risultati». Alla domanda se, nel prossimo bando per la gestione del teatro Caniglia, Cirilli dovesse farsi avanti, Tirabassi risponde: «L'eventuale proposta verrà valutata senza preclusioni, ma saranno valutazioni della giunta, sulla base dei progetti che verranno presentati. Basta che mi faccia una telefonata: pronto ad accoglierlo e disponibile a incontrarlo».

La vicenda mette in luce un nodo più ampio: il rapporto spesso complicato tra chi porta il nome di Sulmona nel mondo e le istituzioni culturali della città. Gabriele Cirilli, infatti, dopo i numerosi successi ottenuti dal cortometraggio di Mattia in festival nazionali e internazionali, ha espresso con durezza il senso di esclusione vissuto, dichiarando di voler lasciare la città. Tra amarezza e polemica, le dichiarazioni di Maiorano e Tirabassi cercano di ridurre la tensione, sottolineando criteri rigorosi e apertura al dialogo. Resta però la sensazione che la vicenda tra talenti locali e scelte artistiche non si concluderà facilmente.

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