Tessere sanitarie bloccate Il giudice: è illegittimo

19 Giugno 2014

Asl obbligata a fornire prestazioni sanitarie alla paziente “sospesa” per morosità Si preannunciano altri ricorsi, sono 1.700 i casi in tutta la provincia

SULMONA. Decisivo punto a favore del Tribunale per i diritti del malato nel complicato risiko delle mille e 700 tessere sanitarie bloccate dalla Asl. Il giudice del lavoro Ciro Marsella ha accolto il ricorso d’urgenza presentato dal Tdm in difesa di una donna sulmonese di mezza età, finita nel blocco collettivo delle prestazioni sanitarie per morosità.

Nei mesi scorsi la Asl aveva bloccato i tesserini sanitari a mille e 700 utenti in tutta la provincia, a causa di esenzioni ticket da basso reddito giudicate in un secondo momento illegittime. Nel provvedimento d’urgenza, il giudice ha ordinato alla Asl di riabilitare la tessera sanitaria della donna e di erogare gratuitamente sia gli esami urgenti richiesti dal medico, che tutti quelli connessi alla cura della sua malattia per i quali le è stata rilasciata tessera di esenzione per patologia. La Asl è stata condannata anche al pagamento delle spese legali pari a 800 euro.

«In relazione al diritto fondamentale alla salute» sostiene il giudice nella sentenza «la Asl non può inibire l’accesso a una prestazione sanitaria a causa di una situazione debitoria del cittadino».

Un provvedimento pilota destinato ad indicare la strada da seguire non solo in provincia e in regione, ma in tutta Italia, dove le Asl hanno applicato il decreto ministeriale dell’11 dicembre del 2012 sul divieto a nuove prestazioni sanitarie in caso di debiti pregressi.

«Una normativa non chiara» spiega il legale del Tribunale per il diritti del malato, Catia Puglielli «che soprattutto non può piegare il diritto alla salute a quello sul risarcimento dei crediti pregressi. Nel caso della signora è intervenuta successivamente una malattia che le imponeva una serie di esami che le venivano negati dal Cup anche volendoli pagare. In altri casi, invece, le persone ritenute morose non hanno nemmeno ricevuto le lettere di cortesia dalla Asl, scoprendo di essere debitrici solo recandosi agli sportelli sanitari. Ringraziamo il tribunale per la celerità della risposta e speriamo che la Asl dopo questo ricorso decida di cambiare rotta. Noi comunque siamo impegnati in verifiche in tutta la regione».

Annuncia ricorsi a raffica il presidente del Tribunale per i diritti del malato. «Siamo pronti ad assistere tutti coloro che vorranno presentare ricorso» aggiunge Edoardo Facchini «la sentenza crea un precedente importante anche a livello nazionale. Sul diritto alle cure e alla salute non si scherza. Per questo e per la gestione di questa situazione torniamo a chiedere le dimissioni del manager della Asl Giancarlo Silveri, in accordo anche coi sindacati».

L’associazione di volontari sta anche valutando l'eventualità di presentare denunce per interruzione di pubblico servizio.

Federica Pantano

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