Truffa sisma, dissequestrati 264mila euro

1 Giugno 2016

Accolto il ricorso della famiglia Corridore, il Riesame ribalta la decisione del gip del tribunale

L’AQUILA. Ci sono sviluppi importanti nell’inchiesta per truffa ai danni dello Stato e corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio che vede indagati l’ingegnere del Comune, Mario Corridore, la figlia Ilaria e l’imprenditore trevigiano Aldo Tasca.

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale, su richiesta del pm, aveva disposto un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente della somma di 264.000 euro, nei confronti dei Corridore.

Ieri, però, il tribunale del Riesame ha depositato la decisione sulla richiesta di dissequestro di quella somma che era stata discussa due giorni fa in camera di consiglio. I giudici hanno accolto la richiesta dei legali della famiglia Corridore, Lorenzo Cappa e Francesco Camerini, per cui le somme sottratte dovranno essere restituite. Non è stata depositata la motivazione del provvedimento, cosa che il collegio si è riservato di fare nei prossimi giorni. Una prassi abbastanza frequente nei complessi casi giudiziari che a vario titolo riguardano la ricostruzione.

Secondo le accuse, ovviamente ancora tutta da dimostrare, Corridore, dipendente del Comune con ruoli direttivi, nonché amministratore del condominio interessato dalla ricostruzione post-sisma, in virtù di tali pubbliche funzioni, avrebbe «pilotato l’assegnazione dei lavori edili per un importo complessivo di circa nove milioni a un’impresa trevigiana e la nomina della figlia al ruolo di progettista e direttore dei lavori».

La motivazione è molto importante per capire se le tesi dei giudici del Riesame contestano in radice, o meno, le valutazioni finora fatte da Procura, Finanza e giudice per le indagini preliminari.

Ora gli atti tornano alla Procura.

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