Violentata a 12 anni, i genitori: «Pena esemplare per gli autori»

Venerdì ci sarà l’analisi dei cellulari che hanno filmato gli abusi. Ma il minorenne indagato nega tutto
SULMONA. «Ora chiediamo rispetto e pene esemplari per gli autori». A parlare sono Mario e Francesca (nomi di fantasia), i genitori della ragazzina di 12 anni abusata e ricattata con i video per due anni da un 14enne e un 18enne. Lei vive a Sulmona e loro in un Comune del circondario. Un orrore, stando alla denuncia, andato avanti per due lunghi anni.
«Chiediamo silenzio e rispetto per la delicata e triste vicenda. Ringraziamo di vero cuore quanti ci hanno manifestato, in questi giorni, tanta vicinanza e solidarietà. Ora il nostro principale interesse è quello di pensare al recupero del benessere fisico e psichico di nostra figlia, con l’aiuto di esperti del settore», dichiarano i genitori della 12enne che auspicano ovviamente che la giustizia faccia il suo corso per perseguire i responsabili della violenza sessuale e della diffusione dei video. «Il nostro auspicio è che gli autori siano puniti con una pena esemplare. In questo momento serve silenzio e rispetto per la vicenda», rimarcano ancora Mario e Francesca che in queste ore hanno rivissuto il dramma della violenza nei racconti e negli sguardi della ragazzina che è stata presa in carico da un centro antiviolenza dopo la denuncia presentata ai carabinieri della compagnia di Sulmona, comandati dal maggiore Toni Di Giosia.
Ieri intanto la dodicenne ha incontrato il suo avvocato, Maria Grazia Lepore. «La ragazza è fortemente provata, ostenta un senso di umiliazione, di frustrazione, a momenti di forte disgusto. Prova a non piangere, ma non ci riesce. È stata violata fisicamente e si sente violata soprattutto nell'animo. Una ferita lunga da rimarginare e che lascerà una profonda cicatrice», sottolinea Lepore che assisterà i familiari della vittima in tutte le sedi per chiedere la condanna dei responsabili e il risarcimento, ma soprattutto per ripristinare una cornice di serenità per la ragazzina sotto choc. «Non sarà facile dimenticare e guardare oltre, anche se i responsabili dovessero essere destinatari di una pena esemplare, monito valevole per tutti gli adolescenti che domani saranno uomini e padri», conclude l’avvocato.
Intanto proseguono le indagini coordinate dalla Procura del Tribunale per i minorenni dell’Aquila e dalla Procura di Sulmona. Le accuse contestate al 14enne e al 18enne sono di violenza sessuale aggravata in concorso e revenge porn. Venerdì sarà affidato l’incarico ad un perito per esaminare nel dettaglio telefoni cellulari, tablet, pc e dispositivi informatici sequestrati a casa dei due indagati. L’obiettivo degli investigatori è quello di ricostruire la rete di contatti che hanno visualizzato e inoltrato i video incriminati, dove la ragazzina era stata ripresa durante il rapporto sessuale, finiti sul gruppo di WhatsApp dove ci sono almeno quaranta giovanissimi. Ma il numero dei destinati potrebbe salire viste le condivisioni. Al termine dell’analisi dei dispositivi non si escludono nuovi avvisi di garanzia.
La storia dai contorni preoccupanti comincia a luglio 2023 quando la ragazzina, all’epoca aveva 10 anni, era stata avvicinata dai due conoscenti nei giardini del parcheggio di Santa Chiara a Sulmona. Lì si sarebbe consumato il primo rapporto sessuale, contro la volontà della vittima che, in quella circostanza, era stata filmata. Video che i due avevano conservato nella rubrica del telefono per ricattarla. Gli atti sessuali sarebbero stati poi compiuti a cadenza periodica, in luoghi privati, anche a casa degli indagati dove la persona offesa veniva invitata. Secondo quanto ricostruito, sarebbe stato proprio il racconto della giovane vittima ai propri genitori a far scattare le indagini che hanno portato anche alle perquisizioni in casa e al sequestro di materiale informatico dei due indagati.
Così i familiari si sono presentati nella caserma dei carabinieri di Sulmona dopo che la ragazza si era accorta che quel video era cominciato a circolare nelle chat di whatsapp. Il sostituto procuratore del Tribunale per i minorenni Angela D’Egidio ha aperto un fascicolo, iscrivendo sul registro degli indagati il 14enne, mandando gli atti poi alla Procura della Repubblica di Sulmona che si sta occupando della posizione del 18enne. Al momento non sono state adottate misure cautelari nei confronti dei due principali indagati. La giovane vittima è stata invece affidata a un centro antiviolenza, che ha attivato i percorsi di sostegno psicologico e sociale.
Intanto il 14enne indagato dopo aver avuto un primo contatto con il suo avvocato difensore, Alessandro Margiotta, ha negato tutte le accuse. «Il mio assistito dichiara di essere totalmente estraneo ai terribili fatti addebitati dei quali ha percepito la gravità, precisando di non aver mai avuto rapporti sessuali con la minore o di aver ripreso la stessa in atteggiamenti intimi. Massimo riserbo per la vicenda vista la delicatezza del caso», dichiara Margiotta, rinnovando la solidarietà nei confronti della vittima. Il legale ha precisato che i due indagati non sono parenti tra loro ma amici, studenti e integrati nella comunità.
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