Gravina va all’assalto del Palazzo

19 Dicembre 2015

L’ex presidente del Castel di Sangro è il favorito nella corsa a tre, in ballo c’è anche il futuro del calcio italiano

Si eleggerà il presidente della Lega Pro, con relativa governante, ma, in realtà, si porranno le basi per un eventuale cambio di rotta del calcio italiano. Appuntamento a martedì, a Coverciano, dove i presidenti delle 54 società della Lega Pro voteranno l'erede di Mario Macalli che per 17 anni ha fatto il ras della terza serie calcistica. Tre candidati in lizza: Gabriele Gravina, consigliere federale ed ex capodelegazione dell’Under 21, Carlo Marcheschi, uno dei vice del commissario Tommaso Miele, e Lello Pagnozzi, ex segretario del Coni. Probabilmente, non basterà la prima votazione in cui serviranno il 50% più uno dei voti. Nelle altre, invece, si vincerà con la maggioranza relativa.

I candidati. Ufficialmente tutti hanno preso le distanze dalla gestione Macalli che ha quantomeno lasciato la Lega Pro in condizioni peggiori di quelle in cui l'aveva trovata. In realtà dei tre l'unico ad averlo combattuto è stato Gabriele Gravina, in prima linea in questi anni e durante il braccio di ferro per l'approvazione del bilancio che ha portato all'estromissione di Macalli. Marcheschi è sostenuto dai presidenti della Lucchese Bacci e del Prato Toccafondi che hanno contrastato l'ex capo della Lega Pro per poi staccarsi da Gravina e ricevere la benedizione del presidente del consiglio Matteo Renzi. Lello Pagnozzi è dirigente di lungo corso, uomo di Palazzo, probabilmente una emanazione della premiata ditta Lotito&Tavecchio. Già, perché l'elezione di martedì avrà ripercussioni sul calcio italiano, visto che il 17% della Lega Pro avrà un ruolo fondamentale nel rinnovo dei vertici della Figc l'anno prossimo. E Gravina è il nemico della premiata ditta Lotito&Tavecchio. Ed è per questo motivo che nel presentare il programma, l'ex presidente del Castel di Sangro dei miracoli ha detto: «Disposto a parlare con tutti, ma non tratto con Lotito». Che si sta dimenando tra i presidenti della Lega Pro perché sa benissimo che ne va (anche) del suo futuro nella stanza dei bottoni. Contatta e promette, ma nel corso degli anni ha perso qualche munizione. Ad esempio, la disponibilità della Infront dopo che l'advisor della Lega di A è finita al centro di un'inchiesta penale. Gravina è partito con quasi 40 società al fianco, ma un po' ne ha perse per strada. Si sono staccate quelle che ora sostengono Marcheschi. E' convinto di farcela, ma questi sono giorni in cui si mercanteggia su tutto in Lega Pro. Che, a livello economico, è alla canna del gas. Ecco perché c'è il rischio che i presidenti credano alle illusioni prospettate. Va detto, però, che molte promesse non sono state mantenute e quindi il livello di credibilità è ridotto ai minimi termini.

Gravina non è il nuovo che avanza. Gabriele Gravina nel calcio a livello federale è da una vita. C'erano i Mondiali del 1994 negli Usa e lui era già consigliere federale, una poltrona che non ha mai mollato. Anzi, a proposito di poltrone, negli anni ne ha collezionate tante. Oggi è anche vice presidente della Banca di credito cooperativo a Roma. Dice di non volere mani legate, nessuna promessa elettorale. Ed è anche per questo motivo che avrebbe perso per strada qualche fans.

E gli abruzzesi? Tra i sostenitori dovrebbero esserci anche L'Aquila e Teramo, ovvero Corrado Chiodi e Luciano Campitelli, il quale però essendo squalificato per illecito sportivo non potrà votare personalmente. Ci sarà un suo rappresentante martedì a Firenze, probabilmente, Giuseppe D'Aniello, l'amministratore unico. Il condizionale all'appoggio delle abruzzesi a Gravina è legato proprio al Teramo. E al precedente del febbraio scorso quando Campitelli votò per Macalli. Gravina non la prese bene, ma ora sembra che i rapporti siano tornati buoni e che l'imprenditore di Canzano abbia manifestato la volontà di sostenerlo. Le elezioni di martedì apriranno degli scenari. Se vincerà Gravina, e non ne ha fatto mistero, partirà l'assalto alla locomotiva diretta da Tavecchio. Inizieranno le grandi manovre per ribaltare l'attuale governante. Da Gravina presidente della Lega Pro potrebbe iniziare la costruzione di un'alternativa che coinvolga le altre componenti del calcio italiano. In caso contrario, ovvero con il successo di Pagnozzi, cambierà poco o niente. La mobilitazione per martedì è generale: al lavoro politici, imprenditori e giornalisti. Sì, perché la posta in palio va oltre la poltrona di presidente.

Squadre B. Nel programma di Gravina va sottolineata l'apertura alle squadre di B, seppur con alcune limitazioni. E tutti sanno che le squadre B sono un cavallo di battaglia di chi contrasta la premiata ditta Lotito&Tavecchio nella Figc e nella Lega di A.

@roccocoletti1

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