RIPRESA E POLEMICHE

Abruzzo, imprese e sindacati bocciano la legge rilancio

Scatta la mobilitazione, Confindustria guida la protesta di 16 sigle: «Misure insufficienti e dubbi sulle coperture». Anche l'opposizione attacca. Ma l'assessore Febbo replica: "Coperture certe e scelte di buon senso"

PESCARA. Imprese, artigiani, agricoltori e sindacati bocciano la legge regionale Cura Abruzzo per il rilancio dell’economia e dichiarano lo stato di mobilitazione. Confindustria guida la protesta di sedici sigle che rappresentano la quasi totalità del mondo economico, produttivo e sindacale abruzzese. Dubbi sulla copertura economica _ lo stesso governatore Marsilio ha detto che le risorse devono essere trovate  _ della manovra da 60 milioni di euro, proposte ignorate e misure insufficienti per le aziende: questa l’accusa mossa da imprese e lavoratori che etichettano la Regione «fanalino di coda nell’affrontare l’emergenza Covid».

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LA PROTESTA. Il documento è firmato da sedici sigle, ovvero Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Uno schieramento variegato - composto da sigle di agricoltura, artigianato, commercio, cooperazione, piccola e grande industria, servizi e sindacati dei lavoratori - che si vede tagliato fuori dal confronto con la Regione. «La giunta e il consiglio regionale vanno avanti per la loro strada, ignorando il confronto con le forze economiche e sociali e le loro proposte», spiegano le 16 sigle industriali e sindacali. «Una logica cui non è sfuggito neppure il maxi provvedimento varato a Palazzo dell’Emiciclo, i cui effettivi benefici a favore di cittadini e imprese abruzzesi sono tutti da verificare, soprattutto alla luce di coperture finanziarie che paiono incerte e valutati i tempi di erogazione che si annunciano tutt’altro che brevi. Ragioni che spingono a dichiarare uno stato di mobilitazione di un pezzo importante della società abruzzese».
I DUBBI. Confindustria e le altre sigle contestano «la mancanza di visione generale per il rilancio dell’Abruzzo. La norma non contiene alcuna scala di priorità, ed arriva dopo settimane di gestazione e una riscrittura molto ampia della prima versione. Si è cercato di ovviare al vuoto di provvedimenti sin qui messi in campo a favore di imprese e lavoratori, ma sono tanti gli interrogativi che la accompagnano. Prima fra tutti, la copertura finanziaria legata, come si legge nell’articolo 23, a una rimodulazione di fondi comunitari non immediatamente disponibili per 19 milioni, mentre per i restanti 20 si prevedono tempi lunghi, con conseguenze sull’operatività effettiva della legge e delle sue misure».
FONDI INSUFFICIENTI. «Il previsto ristoro di affitti e perdite di fatturato, a fronte di circa 58mila imprese ferme durante il lockdown», spiegano, inoltre, Confartigianato e le altre sigle, «offrirà un piccolo palliativo ad appena 7-8 mila imprese, ipotizzando un contributo medio di 1.500-2.000 euro ciascuna». E la legge «non prevede alcun intervento teso al mantenimento dell’occupazione e al rilancio dell’economia necessario per far ripartire il lavoro».
LA MOBILITAZIONE. Il mondo delle imprese e del sociale aveva offerto proposte alla Regione, dal credito agli interventi sulla sicurezza, individuando nel turismo il settore più bisognoso di maggiori aiuti. «Ma è stato tutto inutile», spiegano le 16 sigle, «questa disponibilità e capacità di proposta non è stata minimamente recepita. Le forze sociali abruzzesi, dunque, si vedono costrette a chiedere un cambio di passo alla Regione». E dichiarano lo stato di mobilitazione «per mettere in atto tutte le azioni e le misure necessarie a ripristinare una corretta relazione con le istituzioni regionali a tutela degli interessi di imprese e lavoratori». (g.giar.)
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Sandro Mariani

L'ATTACCO POLITICO. Alla protesta delle imprese si aggiunge l'attacco politico convergente lanciato dall'opposizione di centrosinistra (Pd e M5s) secondo cui quella abruzzese di rilancio è una "legge farsa e di propaganda: mancano liquidità e coperture". «Per arrivare ad una copertura piena del provvedimento bisognerà aspettare la rimodulazione dei fondi europei e l’approvazione del rendiconto. Di pronto utilizzo, ci sono solo 20 milioni», sostine ad esempio Sandro Mariani (capogruppo di Abruzzo in Comune) che ricorda come tutti gli emendamenti presentati da lui e dalla consigliera Marianna Scoccia siano stati bocciati: «Hanno votato un pacchetto di misure che non prevede il rimborso per i titoli di viaggio non utilizzati, parliamo di studenti, famiglie e pendolari penalizzati», spiega Mariani, «che non prevede priorità per sostenere le imprese più giovani, escluse dal primo bando della Regione, che non mette a disposizione risorse specifiche per le aree interne e che, infine, non prevede alcun contributo per l’acquisto dei dispositivi di sicurezza per tutte quelle attività che faticano a riaprire proprio perché in difficoltà nell’adeguare i locali».

Mauro Febbo

LA REPLICA DELL'ASSESSORE. Alla protesta è arrivata la puntuale replica dell'assessore Mauro Febbo che tra l'altra sottolinea di "voler verificare con particolare attenzione  se le stesse organizzazioni contestatrici  presenteranno le domande di contribuzione per i loro associati visto che ritengono che non ci siano i fondi, e li vericheremo  chi racconta verità di parte".

"Spiace constatare". scrive Febbo, "come le 16 sigle sottoscrittici del documento solo 40 giorni fa ci presentavano una richiesta di interventi per ben 140 milioni e oggi affermano, gratuitamente, che non c'è copertura per 60, strano e dubbioso modo di ragionare. Peraltro forse sarà sfuggito loro che per i 60 milioni del ns "Cura Abruzzo" c'è la certificazione degli uffici Bilancio e Ragioneria, oltre il parere del Legislativo. Peraltro ho annunciato in commissione ed in Consiglio, e il Presidente Marsilio ha ribadito ieri in confstampa, che le misure a fondo perduto di cui all'art. 2 saranno incrementate fino a ben 80 milioni non appena termineremo i lavori di riprogrammazione di alcune misure. Si contesta che per la disponibilità dei 19 milioni di riprogrammazione fondi UE i tempi non sono rapidi, ma non è così perché abbiamo già provveduto a notifica a Bruxelles, e ricordo che loro (cioè alle stesse Organizzazioni) ci chiedevo di fare la stessa operazione. Mentre non hanno ben verificato,mentre avrebbero dovuto, che i restanti 20 milioni sono semplici e definitive economie già immediatamente disponibili. Contiamo di arrivare in tempi rapidissimi ad approvare il Conto Consuntivo 2019, cioè in contemporanea ai passaggi di legge tra promulgazione, pubblicazione in Bura e successivi bandi, per avere la restante copertura".