Abruzzo, riecco il bombarolo: villa a fuoco, 2 dvd e l'annuncio: "Non mi arrendo, farò nuove azioni"

17 Gennaio 2013

Roberto Di Santo, il “bombarolo” ricercato, per tentata strage, dall’8 gennaio, è tornato a farsi vivo. Prima ha fatto recapitare due dvd all’emittente privata Rete8 in cui annunciava nuove azioni, poi, ha appiccato il fuoco a una villetta che il gruppo Angelini, prima degli scandali, aveva adibito a casa famiglia

PESCARA. Rilancia, Roberto Di Santo, che alla vigilia del suo ultimatum fa recapitare altri dvd con videomessaggi in cui promette nuove azioni, dice di non volersi più costituire e torna a prendersela con chi non l’ha pagato, con la magistratura, le forze dell’ordine e con chi fa le leggi. Passa dalle parole ai fatti in tutta velocità, il 58enne di Roccamontepiano arrabbiato con il mondo, bravo a costruire ordigni, come quello lasciato nella villetta di Villanova di Cepagatti la notte dell’8 gennaio e, a questo punto, bravo anche a giocare a nascondino.

Blitz a Chieti. L’impiantista disoccupato ieri ha scelto l’emittente televisiva Rete8 di Chieti Scalo per annunciare quello che di lì a poche ore ha effettivamente messo in pratica: un incendio, un altro, il terzo in dieci giorni, e ancora a Chieti, questa volta in una vecchia casa famiglia disabitata a Madonna degli Angeli. È l’ennesimo sassolino che Di Santo lascia agli investigatori, ed è anche la conferma che lui, come è stato ipotizzato sin dai primi momenti, e come la localizzazione del suo cellulare ha poi confermato, non si è mai mosso da Chieti, dove abitano il padre Michele e la sorella Patrizia, e in particolare dalla zona di Chieti Scalo che ben conosce. Ma ieri è stata la giornata del colpo di scena, perché lui ha rialzato il tiro proprio quando tutti, a cominciare dal padre («se Roberto ha detto che si consegna lo farà») si aspettavano che l’uomo si presentasse spontaneamente come aveva annunciato nel suo primo videomessaggio.

La nuova strategia. Ambasciatrice della nuova strategia è la sorella Patrizia. La donna che Roberto aveva preso sotto la sua ala protettiva come da lei stesso confidato (è separata e con un figlio), e alla quale stava ristrutturando la casa al piano terra di Villanova di Cepagatti dove le liti con i vicini avrebbero innescato la rabbia di Roberto, si presenta ieri poco dopo le 14 nella sede di Rete8, in viale Abruzzo, a Chieti Scalo. Ai giornalisti Luca Pompei e Carmine Perantuono consegna un dvd, con la scritta Rete 8, dicendo di averlo trovato nella tarda mattinata tra le inferriate del cancello della trifamiliare di Villanova.

La donna è agitatissima. Racconta di essere andata prima a casa dal padre a Chieti, dove ha preso visione dei filmati e poi, di fronte ai contenuti allarmanti, di essere stata indecisa fino all’ultimo se portarli a Rete8 come era scritto sul dvd, o direttamente ai carabinieri. Di fatto, si decide a portarli all’emittente televisiva dove vengono subito allertati i carabinieri del comando provinciale di Pescara diretti dal colonnello Marcello Galanzi. Sono circa le 14,30. Gli investigatori sono fuori Pescara per le indagini relative proprio a Di Santo, ci impiegano poco meno di un’ora a raggiungere Chieti Scalo. Ma quando arrivano, nel frattempo, alla televisione è stato recapitato un secondo dvd.

Bici e dvd. È un uomo in sella a una bicicletta, secondo quanto notato dal direttore di Rete8 Giuseppe Caporale, a lasciare su un cassonetto adiacente alla sede di viale Abruzzo un secondo dvd. È un uomo all’apparenza ben vestito, senza barba, un po’ stempiato che si allontana lungo la Tiburtina in direzione Brecciarola. Sembrerebbe Di Santo: da Rete8 avvertono subito i carabinieri, ma dell’uomo si perdono le tracce. Intorno alle 15,45, arriva il tenente Salvatore Invidia, responsabile del Nucleo operativo, che visiona le immagini e sequestra i due dvd. Se nel secondo ci sono le registrazioni dei filmati in cui Rete 8 ha parlato di Di Santo con i commenti dell’uomo a margine, nel dvd consegnato dalla sorella di Di Santo c’è il file più interessante.

Nuove azioni. A parte i due filmati di dicembre in cui l’uomo ribadisce la sua rabbia nei confronti del sistema e uno del primo gennaio indirizzato alla sorella, quello più importante risulta l’ultimo, quello registrato il 9 gennaio a bordo del suo camper, quando la sua fuga era già iniziata e lui il giorno dopo avrebbe dato fuoco alla sua auto davanti al Tribunale di Chieti. È su questo che si concentrano le indagini della Procura coordinate dal pm Silvia Santoro: l’uomo torna a prendersela con magistratura e forze dell’ordine, con chi fa le leggi a discapito di chi fa fatica a sopravvivere, ma soprattutto promette nuove azioni. Attacca chi l’ha fatto lavorare e non l’ha pagato ma, come lasciano trapelare gli investigatori, non se la prenderà con le persone: annuncia nuove azioni verso strutture e cose. Ma è una condizione psicologica alterata quella di Di Santo che, lo sanno gli investigatori, va preso con le molle e fermato il prima possibile.

Il cerchio si stringe. Ma ieri l’ha spuntata di nuovo lui che con l’incendio appiccato subito dopo la consegna dei dvd, ieri ha messo sotto scacco le forze dell’ordine ancora una volta. Ma fino a quando? La sensazione è che il cerchio si stia chiudendo. E forse Di Santo, a caccia di attenzione e riflettori, lo sa e non aspetta altro.

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