Addio a Domenico D’Angelo: era il papà di Gabriele, il cameriere morto a Rigopiano

L’uomo, che era tra i fondatori dell’Amatori Podisti, ha lavorato in ospedale. L’ex sindaco Semproni: «Persona d’altri tempi, straziato dalla perdita del figlio nel 2017»
PENNE. Prima barbiere dell’ospedale di Penne e poi operatore Asl sempre all'interno del San Massimo. Sempre con il sorriso e con una parola buona e gentile per tutti. Si sono tenuti ieri mattina, nella chiesa di San Massimiliano Kolbe, i funerali di Domenico D’Angelo. Il 79enne, originario di Loreto Aprutino ma pennese d’adozione, è morto dopo un ricovero all'ospedale Santo Spirito di Pescara a seguito di un improvviso malore accusato qualche giorno prima. Un’ischemia improvvisa mentre era in casa con sua moglie Carmela, ex caposala della Chirurgia del San Massimo. Il malore l'ha colpito mentre stava guardando la tv in salotto da solo. Dopo una vita di lavoro, D’Angelo era andato in pensione diversi anni fa, ma la sua esistenza è stata stravolta dalla tragedia di Rigopiano del 18 gennaio del 2017 i in cui, tra le 29 vittime, ha perso la vita anche suo figlio Gabriele, uno dei camerieri del resort.
Da allora la sua vita, così come quella di sua moglie e dell’altro figlio Francesco, gemello di Gabriele, è cambiata per sempre. In questi ultimi anni ha sempre mantenuto compostezza e gentilezza con il prossimo, ma nei suoi occhi si leggeva sempre un velo di dolore. Qualche tempo fa, lui e sua moglie furono anche vittima di un tentativo di truffa da parte di finti carabinieri. Una persona buona, sempre disponibile ad aiutare il prossimo, che si è sempre prodigata nel sociale e per i giovani.
«Era una persona di una educazione estrema, disponibile a collaborare con tutti», ricorda l'ex sindaco di Penne Mario Semproni, ex medico del San Massimo e primo cittadino del capoluogo vestino durante la tragedia Rigopiano. «Domenico lo ricorderei come una persona d'altri tempi. Purtroppo la sua vita è stata straziata anche dalla perdita di suo figlio Gabriele nella tragedia di Rigopiano. Purtroppo la sua vita e quella della moglie Carmela sono state straziate da un episodio difficilissimo da superare. Per Penne la morte di Domenico è una perdita importante: la perdita di una persona vera», sottolinea ancora l'ex sindaco Semproni.
Una persona buona e gentile che è stata ricordata da tanti nel giorno della sua morte. «Negli anni Ottanta è stato uno dei soci fondatori dell’associazione sportiva dilettantistica degli Amatori Podisti Pennesi», ricorda l'attuale presidente Gabriele Pasqualone. «Fino a qualche tempo fa ha anche corso. Si è sempre prodigato per la crescita dei giovani, occupandosi di accompagnarli nelle corse podistiche e nei meeting di atletica leggera. Tutta la famiglia degli Amatori Podisti Pennesi perde una persona speciale, siamo vicini a sua moglie Carmela e suo figlio Francesco. È stato da sempre uno dei promotori e fautori della Notturna Pennese», conclude Pasqualone.
Anche nella comunità di Loreto Aprutino Domenico D’Angelo era molto conosciuto e apprezzato per i suoi modi gentili e garbati. «Un dispiacere enorme. Domenico era una persona gentile, mite, buona e di una sensibilità d'altri tempi», il ricordo su Fb di chi lo conosceva bene.
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