Avezzano, ritorna in città il domenicano espulso: Comune e negozianti in rivolta

A distanza di circa quattro mesi, l’incubo del centro città è di nuovo in circolazione, a piede libero. Il sindaco Di Pangrazio scrive a questore e prefetto: «Sconcerto e preoccupazione, si faccia chiarezza».
AVEZZANO. «Ditecelo chiaramente. O noi, o lui». Non ci sono vie di mezzo per i commercianti di Corso della Libertà. Il caso di Gustavo Ferneli Morrobel Rodriguez rischia di esplodere. Il rientro ad Avezzano del 44enne dominicano resta avvolto nel mistero. Non sono state diffuse comunicazioni di alcun genere rispetto alle ragioni che hanno impedito il rimpatrio dell’uomo dopo il provvedimento di espulsione disposto dall’ex questore dell’Aquila Enrico De Simone. Le ultime notizie che avevano riguardato Rodriguez lo davano al centro per le espulsioni a Bari, in attesa di un volo per il Sudamerica. E invece, a distanza di circa quattro mesi, l’incubo del centro città è di nuovo in circolazione, a piede libero. Il Comune prende in carico la vicenda e scrive alla questura e alla prefettura: «Sconcerto e preoccupazione». Il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, ha rotto il silenzio. Durante le scorse ore ha provveduto ad inviare una lettera alla questura, alla prefettura e alla Procura di Avezzano. «Con grande sconcerto e viva preoccupazione ho appreso da diversi concittadini e organi di stampa del ritorno del dominicano che alcune settimane fa era stato allontanato e condotto in un centro di espulsione a seguito dell'esemplare attività portata avanti dalla questura dell’Aquila. Laddove le notizie pervenute risultassero fondate, chiedo di verificare quali siano le ragioni che hanno consentito il ritorno in città e se la sua permanenza in libertà ad Avezzano sia scaturita da qualche provvedimento giudiziario e/o ministeriale, nonostante le numerose denunce per gli atti violenti di cui si è reso protagonista. Le verifiche consentirebbero di chiarire l'incertezza della vicenda».
I NODI L’ente inoltre, attraverso l’assessore alla Sicurezza, Cinzia Basilico, fa inoltre sapere che, «allo stato attuale possiamo solo ipotizzare un cortocircuito nelle procedure di espulsione, un ricorso all’autorità giudiziaria, oppure un provvedimento ministeriale. In attesa di una risposta certa sull’accaduto e nel limite delle nostre competenze di amministrazione comunale, ho dato disposizione alla polizia locale di monitorare il soggetto e i luoghi che è solito frequentare. Chiediamo, infine, al consigliere comunale di minoranza, Alfredo Mascigrande, che ha già avuto occasione di esprimersi sulla vicenda, di pretendere piuttosto spiegazioni in merito dai palazzi romani di sua assidua frequentazione, negli ultimi tempi».
SPIEGAZIONI Nel pomeriggio di martedì hanno cominciato a circolare sui social gli scatti che lo ritraevano lungo Corso della Libertà. Qualcuno ha sperato fosse uno scherzo. E invece no, nessuna fake. «Trovo assurdo che a distanza di due giorni nessuno abbia ancora fornito uno straccio di comunicazione ufficiale sulla "ragione" del ritorno del dominicano». Così Giuliana Di Pasquale, rappresentante del Comitato commercianti e residenti di Corso della Libertà, nonché titolare della Torrefazione Stella. «Auspico che il sindaco abbia attivato e sollecitato tutti i canali necessari, perché noi commercianti vogliamo e dobbiamo sapere. Ne abbiamo il diritto considerato che dopo i tanti episodi violenti ad opera di questo soggetto, è toccato a noi denunciare, presidiare e allertare le autorità con tanto di esposti e raccolta firme. Ora pretendiamo di conoscere la ragione chiara e ufficiale del ritorno di questa persona, le sue condizioni psichiche e a chi sia stato affidato». Il ritorno di Gustavo Ferneli Morrobel Rodriguez riaccende la spia del degrado in zona stazione - piazza Matteotti. I comportamenti molesti del 44enne hanno per lungo tempo compromesso la qualità della vita di Corso della Libertà. Divenuta zona tabu per giovani e famiglie. «Dobbiamo già combattere ogni giorno contro lo spaccio dei noti contendenti, tra urla e bottigliate. Pensate che sono talmente impuniti da contare i proventi dello smercio davanti a noi. E lo fanno appositamente per sbeffeggiarci. Noi ce l'abbiamo messa tutta per condividere un progetto di riqualificazione urbana (si riferisce alla pedonalizzazione di Corso della Libertà), che non sappiamo neanche se funzionerà, ma pur di non vivere in questo degrado siamo stati disposti ad ogni rischio imprenditoriale. Testimonianza dell'abbandono è il numero delle attività “reduci”, e non per questioni di congiunture economiche negative. Per lo più gli esercizi del corso hanno scelto consapevolmente di trasferirsi in altre zone, addirittura in altre città, e la mia memoria, in ragione della storicità del mio esercizio non può essere in messa in discussione. Facciamo già conto col peso di questo enorme ritardo», conclude Giuliana Di Pasquale, «ma se dobbiamo avere in carico anche le sorti del dominicano allora pretendiamo una vigilanza costante. Altrimenti ditecelo chiaramente: o noi, o lui».
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