Ciclone, in prescrizione tangenti e 900 mila euro evasi di Bucalossi

17 Novembre 2012

Il processo verso la sentenza, ma sei anni dopo l’arresto di Cantagallo si cancellano 10 reati Scompaiono abusi edilizi e la corruzione del Rolex tra l’ex sindaco Pd e l’imprenditore Bitondo

MONTESILVANO. Una piccola tangente da 700 euro, un Rolex da 3 milioni di lire regalato in cambio dei lavori ai lampioni, Bucalossi non pagata per quasi 900 mila euro. Sono le storie già morte del processo Ciclone, 32 imputati e 7 società dell’edilizia coinvolte. Ipotesi di reato uccise dalla prescrizione.

Mancano 3 udienze prima della sentenza di primo grado attesa per il 18 dicembre ma, dopo la requisitoria del pm Gennaro Varone e le richieste di condanne – 6 anni per l’ex sindaco Pd Enzo Cantagallo –, il processo è a un bivio: succede a causa del tempo passato troppo in fretta rispetto ai ritmi lenti della giustizia.

Con la prescrizione, passato un tempo più o meno lungo a seconda della gravità dei reati, lo Stato rinuncia a perseguirne i presunti autori. Dai primi arresti per i lavori alle fogne di via Adige, 15 novembre 2006, sono passati già 6 anni e, ora, 10 reati scompaiono: abusi edilizi e patti di corruzione.

Evasione Bucalossi. È così che il processo Ciclone perde uno dei suoi piloni fondamentali: è il caso dei costi di costruzione non versati dalle ditte dell’edilizia al Comune ma scomputati con lavori che l’accusa considera «gonfiati» e fatti al risparmio e «senza nessun controllo pubblico». Secondo i calcoli della squadra mobile e della procura, tra il 2002 e il 2003, la Camel _ all’epoca impresa con partecipazione dell’imputato Vladimiro Lotorio, imprenditore ed ex capogruppo della Margherita _ ha «evaso» 629.225,18 euro più altri 170.023,20 e la Atlante costruzioni, un’altra ditta di Lotorio ora chiusa, quasi 75 mila. «Un danno patrimoniale per il Comune», questa la stima degli inquirenti, «di 873.824,20». Ora, il contenzioso potrebbe aprirsi soltanto in sede amministrativa _ dipenderà dal Comune e dalla maggioranza di centrosinistra del sindaco Idv Attilio Di Mattia _ visto che i collaudi delle opere dovrebbero partire soltanto adesso, nel giro dei prossimi mesi.

Rolex in regalo. Va in prescrizione anche il capo di imputazione chiamato «oo» che racconta delle presunte tangenti dell’imprenditore delle luci Luca Bitondo a Cantagallo in cambio di 250 mila euro di lavori più un contratto di manutenzione da quasi 200 milioni di lire: «Cantagallo», dicono le carte dell’accusa, «riceveva denaro e regalie da Bitondo in contropartita di atti contrari ai doveri d’ufficio». Come «pagamenti corruttivi», la procura elenca «un orologio Rolex da 3 milioni di lire nell’agosto 2000, 5 milioni il 23 marzo 2001, 10 milioni il 30 aprile 2001, 10 milioni l’8 maggio 2001, 700 euro il 23 febbraio 2001, 5 mila euro il 13 aprile 2002, 5 mila euro il 2 aprile 2003». Un altro orologio dell’ex sindaco: Varone ha chiesto la confisca per altri 3 orologi – Panerai Luminor Martina, Rolex Oister e Seiko in oro – insieme a un pianoforte Stenway e a 417 mila euro.

Palazzo Baldoni. Prescritti anche i reati legati ai lavori di palazzo Baldoni, sede comunale: per l’accusa, le ditte Prisma e Cdc riferibili all’imputato Giuseppe Di Pietro hanno pagato tangenti mascherati da consulenze, tra 2003 e 2004, all’ex dirigente all’Urbanistica Ronaldo Canale (28 mila euro) e Vincenzo Cirone, ex dirigente ai Lavori pubblici (38 mila euro).

Ferretti-Di Febo. Stessa sorte per una presunta tangente da 3.800 euro che l’imprenditore Duilio Ferretti ha dato all’ex assessore Guglielmo Di Febo «per ottenere», così dice l’accusa, «parere favorevole alla destinazione a uso artigianale di immobili in qualità di capo della commissione Edilizia».

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