Cinque spine nel fianco di Masci Ora spuntano i consiglieri ribelli

Il sindaco conquista l’approvazione del piano anti rumori ma deve fare i conti con le proteste dei suoi Non si placa la lite con Fratelli d’Italia ed è crisi anche in Forza Italia: su 6 esponenti, solo tre votano sì
PESCARA. Cinque spine nel fianco a un anno dalle elezioni. Secondo il sindaco Carlo Masci (Forza Italia), è «chiaro» e «inconfutabile» che la maggioranza di centrodestra al Comune di Pescara «è coesa, persegue gli stessi obiettivi e ha idee chiare per far crescere la città». La dichiarazione del sindaco arriva dopo l’approvazione del Piano di risanamento acustico per la zona di piazza Muzii, via Battisti e via De Cesaris: ma la verità è che, dopo un iter durato mesi, ci sono voluti 18 giorni di trattative per licenziare il provvedimento e, alla luce del voto di lunedì scorso, non sono bastati ad avvicinare le posizioni dei consiglieri “ribelli”. Il verbale del consiglio dice che non hanno partecipato al voto i consiglieri Zaira Zamparelli di Fratelli d’Italia, Fabrizio Rapposelli di Forza Italia, Adamo Scurti e Sabatino Andreelli di Pescara futura, proprio la lista civica fondata da Masci. Assenti anche altri due di Forza Italia, Roberto Renzetti e Ivo Petrelli.
ULTIMATUM FDI Il primo fronte oppone Masci e FdI: l’ultimo terreno di scontro è stato proprio il piano anti rumori. Da una parte, il sindaco, sostenitore dei divieti ai locali della movida, dall’altra, l’assessore al Turismo e Commercio Alfredo Cremonese, spalleggiato da Zamparelli, che aveva chiesto di allentare la stretta sui tavolini all’aperto e la possibilità di organizzare concerti in strada. Per arrivare all’approvazione del Piano di risanamento acustico, adottato dopo le denunce dei residenti, Masci avrebbe dato un ultimatum: o FdI vota sì o Cremonese è fuori dalla giunta. Zamparelli e Cremonese non si sono visti in aula mentre gli altri consiglieri del partito, Cristian Orta e Mauro Renzetti, hanno votato a favore. Significa che i postumi della lite sui limiti alla movida non sono stati ancora smaltiti.
RAPPOSELLI SE NE VA Aria da regolamento di conti anche tra sindaco e Rapposelli, presidente della commissione Commercio: il consigliere non ha mai nascosto la sua contrarietà al piano anti rumori e ha chiesto una presa di posizione del sindaco nei confronti di Cremonese che, a suo dire, sarebbe il responsabile del pantano in cui è finita l’amministrazione Masci a causa di regolamenti promessi e mai adottati. Rapposelli ha abbandonato l’aula al momento del voto: un segnale chiaro. E non è l’unico in arrivo da Forza Italia: al voto più importante dell’ultimo periodo, il sindaco non ha potuto contare su Roberto Renzetti e Petrelli, entrambi assenti.
PESCARA FUTURA Se il disagio di FdI e Rapposelli è venuto allo scoperto platealmente, è rimasta sottotraccia la posizione di Scurti e Andreelli : non è la prima volta che i due di Pescara futura si defilano dalla linea della maggioranza. Per ricercare il perché bisogna andare all’indietro nel tempo: alla lista civica non è stato dato alcun assessorato. C’è poi il rapporto con la Lega del presidente del consiglio comunale Marcello Antonelli: la Lega non stravede per un Masci bis.
COME UNA VITTORIA Nonostante le defezioni, il Piano di risanamento acustico è stato approvato con un 16 a 11: 16 non è una grande numero ma Masci rivendica la vittoria personale – il piano anti rumori è stato presentato dall’assessore all’Ambiente Isabella Del Trecco, anche lei di Forza Italia – e dice: «I cantori dei disastri ancora una volta sono stati smentiti dai fatti», afferma Masci nei confronti dell’opposizione del Pd e M5S, «non è stata la prima e non sarà l’ultima che il lavoro, l’impegno e le scelte di sana amministrazione di questo Comune dissolvono nel nulla il polverone delle chiacchiere assurde e delle polemiche preconcette».

