Cristine trafitta da 10 coltellate: è morta per le ferite al collo
L’autopsia conferma la dinamica: il marito prima ha ucciso la moglie e poi si è accoltellato al cuore Ma sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se l’uomo avesse assunto qualche sostanza
MONTESILVANO. È stata uccisa a coltellate, dieci e forse anche di più, di cui quelle letali al collo, Cristine Cicio Florica, la 50enne romena trovata senza vita in una pozza di sangue, venerdì mattina, nell’abitazione di via Tagliamento 11, dove viveva con il marito Daniel Stefan Corbos, anche lui di 50 anni, e il figlioletto di 10 anni. Il marito, riverso accanto a lei, è morto invece a seguita di una coltellata dritta al cuore, che lui stesso si sarebbe inferto.
È quanto emerso dalle autopsie effettuata ieri pomeriggio dai medici legali Ildo Polidoro e Paolo Ferrante, incaricati dal pm Fabiana Rapino. Autopsie che, quindi, hanno confermato quella che era l’ipotesi iniziale, ossia l’omicidio-suicidio. Sul corpo della donna sono state trovate ferite da taglio più o meno profonde su tutta la parte alta, torace e collo, ma anche sulle mani. presumibilmente, di fronte alla furia del marito, Cristine ha provato con tutte le sue forze a difendersi, senza purtroppo riuscirci. Una dinamica abbastanza chiara sin dall’inizio.
D’altra parte il modo in cui si presentavano i corpi, oltre alle testimonianze dei vicini, i quali hanno a riferito di «urla disumane» provenire dalla casa, lasciavano pochi dubbi. L’unico aspetto da chiarire riguarda i due coltelli, uno più grande e l’altro più piccolo, trovati nella cucina-veranda in cui si è consumata la tragedia. Un coltello era accanto al corpo di lui e l’altro poggiato su un ripiano. L’uno forse usato per aggredire la donna e l’altro per ammazzarsi. Ma dovranno essere fatti altri accertamenti e delle comparazioni. Nel corso delle autopsie, sono stati effettuati dei prelievi e saranno eseguiti, fra gli altri, anche degli esami tossicologici per capire se l’uomo avesse assunto qualche sostanza. Una furia inspiegabile, per chi lo conosceva. Probabilmente, dalle prime indagini, una furia scatenata dal forte stress che nell'ultimo periodo stava vivendo l’uomo a seguito della perdita del lavoro. Quello stesso lavoro da muratore, per una ditta, che gli aveva permesso di avere una certa stabilità economica tanto da acquistare una casa. Problemi che hanno finito per minare la serenità familiare. Di qui i contrasti e le liti con la moglie, senza però mai destare allarme.
Oggi le due salme, con ogni probabilità, saranno restituite alla famiglia, alla sorella di Cristine, arrivata sabato dalla Romania. Ieri mattina a lei è spettato il tristissimo compito del riconoscimento dei corpi.
Il desiderio forte adesso è di riportarli nel loro paese d’origine. Considerando le spese ingenti, la comunità romena si è mobilitata, organizzando una raccolta fondi. Chi volesse contribuire può rivolgersi alla Chiesa ortodossa romena di via Caduti per Servizio a Pescara. È stato aperto anche un conto corrente bancario. Due amiche di Cristine si sono inoltre attivate per dare una mano al bambino, che attualmente si trova in una struttura super protetta. Sino a domenica non aveva ancora avuto la possibilità di riabbracciare la zia.
È quanto emerso dalle autopsie effettuata ieri pomeriggio dai medici legali Ildo Polidoro e Paolo Ferrante, incaricati dal pm Fabiana Rapino. Autopsie che, quindi, hanno confermato quella che era l’ipotesi iniziale, ossia l’omicidio-suicidio. Sul corpo della donna sono state trovate ferite da taglio più o meno profonde su tutta la parte alta, torace e collo, ma anche sulle mani. presumibilmente, di fronte alla furia del marito, Cristine ha provato con tutte le sue forze a difendersi, senza purtroppo riuscirci. Una dinamica abbastanza chiara sin dall’inizio.
D’altra parte il modo in cui si presentavano i corpi, oltre alle testimonianze dei vicini, i quali hanno a riferito di «urla disumane» provenire dalla casa, lasciavano pochi dubbi. L’unico aspetto da chiarire riguarda i due coltelli, uno più grande e l’altro più piccolo, trovati nella cucina-veranda in cui si è consumata la tragedia. Un coltello era accanto al corpo di lui e l’altro poggiato su un ripiano. L’uno forse usato per aggredire la donna e l’altro per ammazzarsi. Ma dovranno essere fatti altri accertamenti e delle comparazioni. Nel corso delle autopsie, sono stati effettuati dei prelievi e saranno eseguiti, fra gli altri, anche degli esami tossicologici per capire se l’uomo avesse assunto qualche sostanza. Una furia inspiegabile, per chi lo conosceva. Probabilmente, dalle prime indagini, una furia scatenata dal forte stress che nell'ultimo periodo stava vivendo l’uomo a seguito della perdita del lavoro. Quello stesso lavoro da muratore, per una ditta, che gli aveva permesso di avere una certa stabilità economica tanto da acquistare una casa. Problemi che hanno finito per minare la serenità familiare. Di qui i contrasti e le liti con la moglie, senza però mai destare allarme.
Oggi le due salme, con ogni probabilità, saranno restituite alla famiglia, alla sorella di Cristine, arrivata sabato dalla Romania. Ieri mattina a lei è spettato il tristissimo compito del riconoscimento dei corpi.
Il desiderio forte adesso è di riportarli nel loro paese d’origine. Considerando le spese ingenti, la comunità romena si è mobilitata, organizzando una raccolta fondi. Chi volesse contribuire può rivolgersi alla Chiesa ortodossa romena di via Caduti per Servizio a Pescara. È stato aperto anche un conto corrente bancario. Due amiche di Cristine si sono inoltre attivate per dare una mano al bambino, che attualmente si trova in una struttura super protetta. Sino a domenica non aveva ancora avuto la possibilità di riabbracciare la zia.