Dragaggio, la protesta degli operatori

I lavori di scavo del fondale sono bloccati da venerdì scorso e l'ingresso alle petroliere è vietato. Monta la rabbia della marineria: oggi sit-in alla stazione marittima. Inchiesta della magistratura sulla discarica dei fanghi sequestrata

PESCARA. La discarica dei fanghi è finita di nuovo sotto sequestro, perché mancherebbero le autorizzazioni per il trattamento dei sedimenti recuperati con il dragaggio. Sono queste le prime indiscrezioni trapelate dall'inchiesta sull'impianto di Moscufo. Intanto, i lavori di escavo dei fondali dello scalo sono fermi. Oggi, operatori marittimi e pescatori faranno un sit-in di protesta.

Si riuniranno alle 11 davanti alla stazione marittima. Ma il dragaggio rischia di rimanere fermo a lungo. L'Arta ha inviato una lettera al provveditorato alle Opere pubbliche del ministero delle Infrastrutture per avvertire che le analisi della sabbia dei fondali, richieste urgentemente dal dicastero per far ripartire i lavori di escavo, non potranno essere effettuate prima del 3 giugno.

INCHIESTA SUI FANGHI Sull'impianto di trattamento dei fanghi, di Moscufo, finito sotto sequestro per la seconda volta in poche settimane, sta indagando la magistratura. Dalle indiscrezioni trapelate, mancherebbero delle autorizzazioni per le procedure di separazione dei fanghi.

SIT-IN DEGLI OPERATORI Stamattina, operatori del porto, titolari di aziende marittime ed esponenti della marineria si riuniranno davanti alla stazione marittima per un sit-in. «In quell'occasione», ha spiegato il responsabile della società Sanmar Bruno Santori, «chiederemo ufficialmente l'adozione di misure drastiche per il porto, tra cui anche la chiusura per procedere a interventi seri per il dragaggio».

SLITTANO LE ANALISI Il 10 maggio scorso, i dirigenti del provveditorato alle Opere pubbliche Fabio Riva e Luigi Minenza hanno inviato all'Arta una lettera in cui si chiedeva di effettuare urgentemente la «caratterizzazione» della sabbia dei fondali all'imboccatura del molo di levante per poter procedere subito ai lavori di dragaggio. «Si rappresenta l'urgenza», concludevano i due dirigenti, «e si resta in attesa della caratterizzazione entro la data del 24 maggio 2001».

Ieri, è arrivata la risposta della direttrice provinciale dell'Arta Angela Del Vecchio. «Si evidenzia», è scritto nella lettera inviata al provveditorato, Regione, Comune e Direzione marittima, «che a causa di problemi tecnici, connessi sia alle attuali difficoltà meteorologiche e sia alla tipologia dei fondali, che rendono gravose le operazioni di carotaggio con le attuali attrezzature a disposizione, l'intera attività di caratterizzazione richiederà un lasso di tempo superiore di circa 10 giorni rispetto alla data prefissata del 24 maggio».

Intanto, crescono le polemiche. Ieri, il presidente della commissione lavori pubblici Armando Foschi si è mostrato fortemente critico: «Il dragaggio rischia di trasformarsi da caso grottesco a farsa. Da una parte, ci sono operatori e marineria giustamente in subbuglio, dall'altra, ci sono provveditorato e Arta che continuano a giocare a rimpiattino».

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