Dragaggio, pieni poteri a Testa

9 Giugno 2011

Il presidente della Provincia (foto) gestirà l'emergenza al porto con l'ateneo dell'Aquila. La decisione è stata presa a Roma in un vertice con il capo della Protezione civile Gabrielli

PESCARA. L'intricata vicenda del dragaggio del porto ritorna sui tavoli delle istituzioni locali. Il futuro della marineria e degli operatori commerciali, messi in ginocchio dall'insabbiamento dei fondali, è oggi nelle mani del presidente della Provincia Guerino Testa che è stato nominato commissario straordinario per la gestione dello scalo pescarese. La decisione è arrivata nel corso del vertice interistituzionale che si è svolto ieri mattina a Roma. Confermata la linea di intervento tracciata negli ultimi giorni durante le diverse riunioni che si sono susseguite in prefettura.

L'appalto per l'escavazione di fango, ghiaia e detriti dai fondali insabbiati del porto sarà gestito non più dalla ditta Nicolaj costruzioni, ma dalla Provincia. La revoca del contratto da 1 milione e 900 mila euro per dragare 10 mila metri cubi di materiale si accompagna alla disponibilità di circa 2 milioni di euro stanziati dalla Regione Abruzzo per la seconda parte dell'operazione e al fondo da 1 milione di euro come residuo dell'appalto inizale.

Le risorse economiche, pari a 3 milioni di euro complessivi, saranno gestite dal neocommissario Guerino Testa. In questa fase delicata, segnata da ripetute e accese polemiche da parte di pescatori, armatori e operatori commerciali allo stremo, il presidente della Provincia subentra all'architetto Adriano Goio, che continuerà a mantenere i poteri sul fiume Aterno-Pescara e la competenza sul caso Bussi.

La Provincia stessa avrà il ruolo di stazione appaltante per la ripresa e la conclusione dei lavori, per la nomina del responsabile unico del procedimento e del direttore dei lavori. Le opere saranno gestite in collaborazione con l'università dell'Aquila che al momento supporta la Protezione civile anche nella vicenda del terremoto. La decisione è stata presa nel corso del vertice di ieri mattina nella Capitale, coordinato dal capo della Protezione civile Franco Gabrielli.

All'incontro ha partecipato una nutrita delegazione abruzzese: oltre al presidente Guerino Testa c'erano il sindaco Luigi Albore Mascia, il direttore del dipartimento Nicola Dell'Acqua, il prefetto Vincenzo D'Antuono, il sottosegretario all'Ambiente Giampiero Catone, rappresentanti del ministero dell'Economia e delle Finanze, Carla Mannetti per la Regione Abruzzo, Fabio Riva per il provveditorato alle Opere pubbliche e il comandante della Direzione marittima Pietro Verna.

«Dopo le ultime grottesche vicende che hanno caratterizzato l'intero capitolo del dragaggio», sottolinea soddisfatto Albore Mascia, «finalmente la gestione delle operazioni torna a Pescara. Le risorse del ministero e della Regione saranno gestite dalle istituzioni locali, ma con poteri straordinari che agevoleranno l'intervento. L'amministrazione comunale supporterà l'azione del neocommissario Testa, con l'obiettivo di giungere rapidamente alla soluzione dell'attuale emergenza e alla progettazione dello sviluppo infrastrutturale». Il piano prevede la progettazione della nuova banchina, lo svuotamento della vasca di colmata e la programmazione di nuove opere fino a 18-20 milioni di euro. Nei prossimi giorni sarà sciolto anche il nodo relativo alla qualità dei fanghi da dragare e alle procedure di smaltimento dei materiali. I risultati delle analisi saranno ufficializzate dall'Arta martedì prossimo, nel corso di una nuova riunione in prefettura, quando sarà vagliata la possibilità di depositare i fanghi direttamente a mare, al largo della linea di costa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA