E continuano i raid nel cementificio 

L’impianto abbandonato: la polizia denuncia un 34enne con 60 chili di rame

PESCARA. Entrano con una facilità estrema, scavalcando il cancello per i pedoni o il muro perimetrale, alla portata anche dei ladri meno agili. E poi, una volta dentro, è un gioco da ragazzi visto che nell’ex cementificio di via Raiale ci si può spostare agevolmente da un punto all’altro, senza essere disturbati. La facilità di accesso è ormai cosa nota visto che i furti di rame proseguono e l’ultimo (tra quelli accertati) risale a ieri notte, quando gli agenti della squadra Volante hanno bloccato un uomo nelle vicinanze della Tiburtina. Se ne andava in giro in bicicletta e trasportava circa 60 chili di rame. Quando i poliziotti, diretti da Pierpaolo Varrasso, gli hanno imposto l’alt e gli hanno chiesto spiegazioni sulla provenienza di quel materiale, il 34enne pescarese non è stato in grado di giustificarsi in alcun modo. Gli accertamenti avviati subito dopo hanno permesso di scoprire che il bottino era stato rubato all’interno dell’ex cementificio: nonostante cancello e porte siano sbarrati, entrarci è un gioco da ragazzi. Il giovane, volto già noto alle forze dell’ordine, è stato denunciato per ricettazione mentre il materiale è stato sequestrato.
Quella di ieri è solo l’ultima denuncia riconducibile ai furti messi a segno nel cementificio nel mese di marzo. Sempre la polizia ha fermato e denunciato altre tre persone recuperando più di 800 chili di rame, tutti provenienti dall’impianto di via Raiale. Due uomini sono stati bloccati vicino al ponte Flaiano mentre spingevano dei carrelli contenenti 200 chili di rame dell’ex cementificio. Altre due persone sono state intercettate nella zona della Tiburtina: gli agenti sono stati colpiti dal fatto che spingessero dei carrelli pieni di materiale e hanno scoperto poco dopo che si trattava anche in quel caso di rame proveniente dalla fabbrica dismessa nel 2015. Uno dei due è riuscito a far perdere le tracce. I denunciati sono un 29enne residente nel Chietino, un 30enne di Pescara e un senegalese di 37 anni. Ricettatori, per l’accusa, ma non è escluso che siano loro stessi i ladri.
Sono solo tre dei tanti che hanno messo le mani sull’oro rosso dell’ex sito industriale, dove gli assalti sono stati continui, dal momento in cui è stata interrotta la produzione, e gli spazi sono rimasti praticamente incustoditi, potenzialmente pericolosi per chi si avventura oltre la recinzione alla ricerca di qualcosa da rubare. Un progetto c’è, per la rinascita: lo sta definendo la Calbit che ha acquistato la struttura e ne farà un grande centro per il turismo. (f.bu.)