I precari pronti a chiedere i danni

Provincia, incontro con i lavoratori. Testa: abbiamo i soldi per sistemarli

PESCARA. Aspettative di stabilizzazione e responsabilità collettive, azioni risarcitorie e interpretazioni del quadro legislativo di riferimento. A dieci giorni dalla scadenza dei contratti di 66 precari della Provincia, l'associazione Articolo 3 riunisce intorno a un tavolo dirigenti e legali specializzati in diritto del lavoro.

Al convegno «Il lavoro e l'uomo: dalla precarietà alla stabilità» - organizzato ieri a Palazzo dei Marmi a partire dalle 9,30 e coordinato da Antonella Allegrino, presidente dell'associazione e consigliere provinciale dell'Italia dei valori - il grande atteso è il presidente Guerino Testa. Chiamato in causa dai lavoratori in scadenza di contratto, dai sindacati, dagli avvocati e dagli esperti di politiche del lavoro, il presidente della Provincia arriva nella sala Figlia di Jorio alle 11,10.

Il suo intervento dura quasi venti minuti, il tempo sufficiente per sorprendere la platea con una clamorosa rivelazione: «I soldi per la stabilizzazione ci sono, discuteremo dei dettagli nella riunione di lunedì prossimo».

L'uscita di Testa, invece di raccogliere applausi, ha un effetto boomerang. Mugugni in sottofondo e occhi sgranati. Non si fidano i 66 precari, che da mesi chiedono l'assunzione con proteste e sit-in portati fin dentro l'aula del consiglio provinciale.

Perché solo adesso Testa rivela che i soldi ci sono, mentre fino all'ultima riunione ha sostenuto l'esatto contrario? E perché si era parlato di creare una società in house per assorbire il bacino dei precari? C'è davvero la volontà politica di risolvere il problema? Gli interrogativi si accavallano e i commenti rimbalzano da una parte all'altra anche durante il presidio organizzato al termine dell'incontro.

«C'è un rischio risarcitorio altissimo», spiega l'avvocato Gabriele Silvetti che, assieme a Valerio Speziale, assiste legalmente i lavoratori. «Nella peggiore delle ipotesi, l'Ente dovrà versare un anno di retribuzione per ogni dipendente a tempo determinato. Se invece il giudice si pronuncerà a favore dell'assunzione, allora si dovranno pagare gli arretrati maturati a partire dal 28 settembre 2010, data della scadenza dei contratti. I tempi della giustizia non sono lunghissimi: si stima che il processo volgerà al termine entro un anno o due, quindi prima della fine dell'attuale legislatura».

Ospite dell'incontro è Luca Canessa, segretario e direttore generale di Massarosa e Stazzema, a Lucca, e consulente di altri enti pubblici toscani. Il tecnico racconta al pubblico un esempio virtuoso di stabilizzazione, iniziato con il Comune di Massa Carrara ed esteso all'intera provincia: «Ci siamo chiesti se servissero i precari, se occorresse tagliarli e affrontare le spese dei risarcimenti, lasciando la comunità senza servizi. La risposta è stata la stabilizzazione». Se i lavoratori della Provincia se la passano male, non va meglio per quelli della Regione. «L'Abruzzo non rispetta il testo unico sul pubblico impiego: il Bura, l'ufficio ambiente e il centro informatico sono in mano ai precari», spiega l'avvocato Luigi Guerrieri, «la legge permette il ricorso alla flessibilità, ma per funzioni straordinarie e circoscritte temporalmente».

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