Il Pd: ora a Montesilvano il partito deve cambiare

16 Giugno 2014

La segretaria provinciale Ciafardini: sì alla riorganizzazione dopo la sconfitta È gelo con Ruggero: non è detto che sarà lui a guidare l’opposizione

MONTESILVANO. Incassata la sconfitta elettorale e persa l’amministrazione del Comune di Montesilvano, il Pd guarda al futuro dai banchi dell’opposizione e pensa a una riorganizzazione che possa dirimere e risolvere le criticità che hanno portato alle divisioni e poi all’elezione di Francesco Maragno, candidato sindaco del centrodestra a scapito di Lino Ruggero, ex vice sindaco di Attilio Di Mattia nell’ultima giunta comunale. «A Montesilvano», sottolinea la segretaria provinciale del Pd Francesca Ciafardini, «ci riorganizzeremo sicuramente, ma non abbiamo ancora fatto una riunione per decidere che cosa fare e come muoverci, né abbiamo programmato incontri ufficiali». Oggi ci sarà la direzione regionale del Pd. «Poi», continua Ciafardini, «c’è da ultimare il discorso riguardante la composizione della giunta Alessandrini a Pescara e poi dalla settimana prossima ci occuperemo attivamente della situazione di Montesilvano, anche se ci stiamo già pensando». La Ciafardini analizza le motivazioni che hanno portato alla sconfitta: «A Montesilvano il partito andrà ricostruito per sanare le tante divisioni e gli scontri che ci sono stati, i quali da un lato hanno provocato l’uscita dell’ex sindaco Di Mattia e dall’altra la spaccatura della maggioranza con Sel che ha preferito presentarsi in maniera autonoma. Per queste ragioni, c’è necessità di riorganizzarsi per riuscire a proporre un’opposizione seria alla giunta guidata da Maragno».

La segretaria provinciale spiega anche le modalità dell’uscita dal Pd di Di Mattia: «Mi preme chiarire che qui nessuno ha cacciato nessun altro: per Di Mattia è solamente stata applicata una norma dello statuto del partito in base alla quale automaticamente i dirigenti vengono cancellati se si presentano con liste che non siano quelle del Pd. Ma è bene anche precisare che noi non siamo dei burocrati e per questo motivo ragioneremo e discuteremo se includere o meno queste persone». Pd che nell’ultima tornata elettorale ha raccolto poco più del 16 per cento dei consensi e ottenuto l’elezione in consiglio comunale di tre rappresentanti: l’ex assessore ai Lavori pubblici della giunta Di Mattia, Feliciano D’Ignazio, e gli ex consiglieri Gabriele Di Stefano e Pietro Gabriele. Numeri più che dimezzati rispetto all’ultima consiliatura quando tra i banchi della maggioranza sedevano Massimiliano Pavone, Paolo Talanca, Daniele Scorrano, Francesco Di Pasquale, Fabio Vaccaro, Stefania Di Nicola e il rieletto Di Stefano. La Ciafardini allontana, parzialmente, anche le ombre sulla segretaria cittadina Romina Di Costanzo che vorrebbero una sua uscita: «Decideremo tutti insieme per il discorso della segretaria, ma le responsabilità della sconfitta sono antiche e causate da situazioni annose. La Di Costanzo è stata eletta solo a dicembre e non ha responsabilità dirette. Ancora adesso ci sono frizioni e delusioni per la sconfitta che c’è stata proprio per la mancanza di coesione, di una strategia unitaria e di una visione univoca». Infine, Ciafardini non assicura nemmeno che il capo dell’opposizione sarà Ruggero: «Ruggero non fa parte del Pd e non so se sarà lui il capo dell’opposizione. Gli eletti del Pd eleggeranno il loro capogruppo e poi con gli altri gruppi decideranno chi dovrà guidare l’opposizione».

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