Pescara, crisi dell'industria: persi mille posti in tre anni

Il direttore di Confindustria Di Giosaffatte: "La soluzione sono i progetti innovativi"

PESCARA. Mille posti di lavoro persi, 2950 addetti in cassa integrazione e quasi 2 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione. Sono questi i freddi numeri dell'ultimo triennio 2009 - 2011, che parlano della profonda crisi che sta vivendo il settore industriale del Pescarese, ai quali vanno aggiunte le centinaia di unità rimaste a casa e le oltre 550 mila ore di cassa integrazione nel settore dell'edilizia. Un'emorragia alla quale non si riesce a porre rimedio, e le aspettative per il prossimo anno non sono dissimili da quanto vissuto in questi dodici mesi.

Nello specifico, in provincia sono le due le aree interessate dai problemi legati al calo dei consumi: quella della Val Pescara e quella Vestina. Nella prima coloro che hanno perso l'occupazione sono stati 700 e quelli che hanno usufruito degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga) 1.100. Qui, le aziende associate a Confindustria (che rappresenta il 90% del totale) sono 60 con 2800 dipendenti e un fatturato totale di circa un miliardo di euro. Mentre nella seconda le unità bruciate sono state 300 con 1.850 cassa integrati. In questo caso, 50 sono le imprese con 2.200 impiegati e circa 289 milioni di euro.

Nonostante la situazione non certo incoraggiante, Luigi Di Giosaffatte, direttore dell'Unione industriali di Pescara, indica una possibile strada per uscire dall'impasse: «Dobbiamo essere propositivi sul territorio con progetti strategici, come quello della Blow Car, che è stata valutata una delle prime sei innovazioni nel campo dell'auto, come il distretto sartoriale del polo dell'alta moda, considerato tra i primi in Italia. Bisogna fare aggregazione tra i grandi insediamenti e le piccole e medie imprese. Su questo fronte, riponiamo molta fiducia nel prossimo bando di Avruzzo 2015».

Insomma, la mentalità di Confindustria Pescara è quella di muoversi per affrontare i momenti di difficoltà, senza aspettare troppo le decisioni della politica e le paventate riforme. Proprio in questo senso va la nascita senza fondi regionali, ma con un autofinanziamento dell'imprese associate del polo di innovazione chiamato «Uninnova» che opera nel settore dell'informatica e dell'approvviggionamento energetico.

«Gli ammortizzatori sociali», spiega Di Giosaffatte, «sono un'azione assolutamente positiva per reggere gli argini nel momento di crisi, ma è necessario avere la progettualità per riprendere la crescita».

Di Giosaffatte si augura anche che il governo rinnovi almeno le stesse ore di cassa integrazione del 2011: «Se così non fosse e con l'aumento dell'Iva al 23%, avremmo un freno dei consumi e un crollo dei salari. Credo che potrebbero esserci problemi sociali».

Infine il direttore di Confindustria si augura a breve la delibera del Cipe per la definizione della Val Pescara come area di crisi e non ripone molte aspettative sulla riforma dei consorzi industriali.

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