Pescara, omicidio Ceci: perquisita la casa di Rossoni

Secondo blitz in pochi giorni della Mobile: l’imprenditore sospettato di aver ucciso il pentito della banda Battestini. Polemica la difesa: procedura non rispettata

PESCARA. Secondo blitz in pochi giorni al domicilio di Michele Rossoni, l’imprenditore edile pescarese, di 54 anni, finito con Massimo Ballone e Mario Di Emidio sul registro degli indagati per l’omicidio di Italo Ceci, il pentito della banda Battestini ucciso il 20 gennaio del 2012 davanti al negozio di vernici che Ceci gestiva con il cognato in via De Amicis.

Ieri mattina, alle 9, gli investigatori della Mobile, che non hanno mai spesso di indagare su quella che è stata una vera e propria esecuzione in strada, dopo aver perquisito l’abitazione di Rossoni la scorsa settimana, sono andati a perquisirgli scantinato e garage. La motivazione ufficiale è stata quella di cercare della merce rubata che Rossoni avrebbe potuto nascondere nei due locali, di cui uno, quello relativo alla cantina, di pertinenza condominiale. Materiale che, di fatto, non è stato trovato, mentre sono state scattate una serie di foto. «A che fine e a che titolo, non è dato sapere», lamenta il difensore di Rossoni, l’avvocato Luca Sarodi che in questura è andato poi a chiedere chiarimenti, sottolineando che «di fronte al furto, a meno che non ci sia la flagranza, non c’è la perquisizione d’iniziativa, ma tutto deve rispondere a una procedura». Un intervento che racconta comunque il clima di tensione che si è innescato soprattutto dopo l’asso calato due giorni fa dai difensori dei tre indagati, vale a dire Sarodi, Carlo Di Mascio (per Ballone) e Alessandro Arienzo (che con Antonio Valentini difende Di Emidio) i quali, aggrappandosi a un articolo di procedura penale, hanno fatto saltare il conferimento dell’incarico al perito che avrebbe dovuto comparare il Dna da ricavare sui reperti rinvenuti nell’auto del killer con quelli dei tre indagati. Una mossa, quella della difesa, che ha così indotto il pm Silvia Santoro a optare per l’incidente probatorio, da chiedere al gip, facendo slittare i tempi.

Ma evidentemente, se gli investigatori sono tornati subito all’attacco con la perquisizione a casa di Rossoni, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, è perché in mano hanno evidentemente qualcosa in più di quei reperti. Qualcosa che ha consentito loro di ipotizzare che Rossoni sarebbe l’esecutore del delitto e Ballone, anche lui come Ceci ex banda Battestini, il mandante con Di Emidio, amico di Ballone e di Rossoni, il tramite tra i due. Ipotesi che i tre indagati respingono con forza e che al momento sono comunque tutte ancora da dimostrare. (s.d.l.)

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