Pescara: si uccide con la figlia, la madre non riesce a salvarla. I testimoni: "Scappava dall’auto con i capelli e i vestiti a fuoco"

28 Aprile 2014

I testimoni raccontano la tragedia: «Ci sogneremo per sempre la mamma che chiedeva aiuto per la sua bimba»

PESCARA L’orrore lo ha guardato dritto negli occhi una giovane coppia. Loro a passeggio in via Lago di Chiusi, in quella zona dimenticata a due passi dai ruderi dell’ex Cogolo e dalla sede di Attiva. Pochi metri più avanti l’auto in fiamme e una donna che si allontana di corsa, urlando e invocando aiuto con tutta la forza che ha in gola. I capelli e gli abiti bruciati e sul volto la disperazione di una madre che non è riuscita a salvare la sua bambina di 5 anni dall’abbraccio mortale del padre. Mentre sul posto iniziano ad arrivare le automobili delle forze dell’ordine con le sirene spiegate e l’elicottero del 118, i due spettatori involontari della tragedia riescono a scattare una foto dell’auto in fiamme.

L’immagine la mostreranno alle decine di persone del quartiere, accorse subito dopo il forte rumore che si è sentito nitidamente fino a 200 metri di distanza dal luogo dell’agguato. Poi, senza attendere la conclusione delle operazioni di soccorso, la coppia va via, rammaricandosi di non riuscire più a togliersi dalla testa quella scena straziante.

«Erano sconvolti», raccontano le persone raccolte sul marciapiede di via Lago di Chiusi, «hanno aspettato l’arrivo dell’elicottero e poi sono tornati a casa. Hanno detto che si sarebbero sognati la madre e la figlia che chiedevano aiuto». Cicatrici indelebili per l’anima e per la mente. La gente del posto racconta che quell’angolo della periferia ovest di Pescara è una zona disabitata, dove non ci si passa mai nemmeno con l’automobile. «All’imbrunire ci vengono le coppiette per appartarsi», si lascia andare un uomo, Giuseppe, che abita poco lontano dal luogo dell’omicidio, «in genere qui si portano i ragazzi a fare scuola guida: essendo una strada molto larga è l’ideale per chi non è tanto pratico e vuole imparare».

Il rumore dello scoppio dell’auto lo hanno sentito in pochi. La maggior parte delle persone arrivano sul luogo dell’omicidio attratte dalla curiosità. «Ho visto una colonna di fumo nera dal balcone», dice Carlo, che abita in via Stradonetto, a 200 metri di distanza in linea d’aria da via Lago di Chiusi, «subito mi sono allarmato. Sotto c’erano dei ragazzi che hanno detto di aver udito un botto. Poi ho sentito una sirena e subito dopo altre due o forse tre. Ci siamo chiesti cosa stesse succedendo, anche perché è arrivato anche l’elicottero. Abbiamo pensato che forse era scoppiato qualcosa nella ricicleria, ma di certo non immaginavamo tutto questo orrore».

©RIPRODUZIONE RISERVATA