Porto, accuse al provveditore

13 Giugno 2011

Non si placano le polemiche, Padovano chiede le dimissioni di Carlea: "Dispone dei massimi poteri sulla nostra infrastruttura ma ha fallito il dragaggio e il porto resta insabbiato"

PESCARA. Non si placano le polemiche sul fallimento delle operazioni di dragaggio del porto costate finora 1,5 milioni di euro. Ieri Riccardo Padovano, ex assessore comunale alle risorse del mare, ora armatore, ha chiesto le dimissioni del provveditore alle Opere pubbliche Donato Carlea. «Anziché dare lezione ai pescaresi», ha detto, «Carlea dovrebbe presentarsi dimissionario».

«L'ingegnere», ha fatto presente Padovano, «avrebbe dovuto elencare le cose fatte per il porto, mentre proprio lui che dispone dei massimi poteri sulla nostra infrastruttura sale in cattedra a dare indicazioni. Non è così che facevano i suoi predecessori, non è così che si risolvono i problemi».

L'ex assessore è andato giù ancora più duro. «Tutti i poteri sono a disposizione di Carlea, che però si fa sentire solo dopo che la marineria di Pescara ha bloccato la città». «Mai», ha fatto notare Padovano, «le istituzioni sono state lontane dagli operatori del porto come in questi mesi. Da gennaio diciamo che il materiale di risulta del dragaggio si può sversare in mare, così come avveniva negli anni passati, stavolta invece abbiamo dovuto aspettare mesi per giungere alla stessa conclusione».

«Anziché dare lezioni», ha proseguito l'armatore, «l'ingegnere dica dove troverebbe i 110 milioni di euro necessari per completare il dragaggio con il suo sistema di sversamento alternativo a quello in mare. Dica perché il piano regolatore portuale non viene ancora attuato. Infine, dica perché sono stati sprecati tutti questi mesi».

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