Quell’ultima scorribanda in una masseria 

Ecco l’allevatore che ha avuto un incontro ravvicinato con l’animale: ha dormito nella mia legnaia

CASTEL DI SANGRO. Ha dormito sopra dei rami secchi custoditi dentro una stalla, prima però ha fatto razzia di oche non riuscendo ad arrivare alle pecore. Così ha trascorso l'ultima notte Juan Carrito, l'orso confidente rimasto ucciso sulla statale 17 tra Castel di Sangro e Roccaraso. Da tre giorni era diventato di casa nella masseria che si trova in zona Valle di Sant’Ilario. Proprio martedì mattina presto il proprietario, Nicola Lauriente, arrivato per prendersi cura dei suoi animali, lo ha visto allontanarsi piegando la rete perimetrale e dileguandosi verso la montagna. «Non è riuscito a entrare dove sono le pecore perché c'è la porta di ferro», ha raccontato l'allevatore, «allora ha scatastato tutta la legna e poi si è coricato dentro la masseria dove ho la legnaia».
L'allevatore è ancora incredulo sul fatto che l'orso, probabilmente con i piedi, sia riuscito a spostare tutta la legna forse nell'intento di arrivare alle pecore. L'ultima scorribanda del figlio di Amarena è avvenuta proprio a Castel di Sangro, poco distante dal luogo dell'incidente. Erano giorni che il plantigrado visitava la masseria e aveva già ucciso oche e galline. Il suo obiettivo, però, probabilmente erano le pecore custodite dietro una porta di ferro e per questo è tornato più volte sul posto. Sul posto è arrivato anche il personale del parco che ha potuto constatare l'accaduto.
Lauriente, pur avendo constatato i danni che Juan Carrito gli ha provocato e avendo avuto con lui un incontro molto ravvicinato nei giorni scorsi, non riesce a essere arrabbiato, anzi appare provato per quello che è accaduto. «Io ho cercato anche di tutelare gli animali bloccandolo», ha concluso l'allevatore, «avevo capito che era fuori e, non potendo uscire perché avevo paura, sono rimasto dentro e ho mantenuto la rete appoggiata per non farlo entrare. È stata questione di cinque minuti, io stavo dentro e cercavo di bloccarlo e lui spingeva dall'altra parte. Poi è arrivato mio figlio con la macchina e lo ha distratto. In ogni caso», conclude l’allevatore, «mi dispiace per questa tragedia, è un animale che non aggredisce l'uomo, io l'ho visto più volte da vicino. Forse dovevano avere più accortezza nel salvaguardarlo». (e.b.)
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