Renzi a Pescara firma il Masterplan e cita Flaiano: "Siamo in fase di transizione, come sempre..."

Il premier cita lo scrittore pescarese e sui 77 progetti infrastrutturali in Abruzzo chiede un impegno a lavorare sodo. Il sottosegretario Chiavaroli: presidente non si preoccupi, qui ci sono persone in gamba. Il governatore D’Alfonso lo provoca: se Sulmona avesse il mare sarebbe più bella di Firenze...
PESCARA. «Per parlare dell’Abruzzo, per spiegare perché sono qui oggi , io prenderei spunto da Ennio Flaiano, un grande abruzzese che forse meglio di tutti saprebbe identificare questo periodo che stiamo vivendo». Il premier Matteo Renzi prende parola dal palco dell’Aurum subito dopo l’intervento accalorato del governatore Luciano D’Alfonso e cita una frase del giornalista-scrittore: «Siamo in una fase di transizione, come sempre del resto». Il pubblico numeroso nella grande sale rotonda intuisce subito dove il presidente vuole andare a parare e si lascia andare a un applauso. Renzi inizia così a tenere banco spiegando di aver citato quella espressione di Flaiano per sottolineare come ci si trovi in «una fase di transizione, con alcuni elementi inediti», riferendosi tra l' altro all'elezione di Trump, su cui «non tutti avrebbero scommesso», e sulla situazione europea. «Siamo in una fase di crescita più interessante perché abbiamo ancora qualche pasticcio da rimediare, ma è un ritardo di autostima», aggiunge invitando a non cedere alla cultura della rassegnazione, della stanchezza, «occorre lavorare con la logica del passo dopo passo».
Renzi fa riferimento anche al sindaco di Castel di Sangro Angelo Caruso che poco prima aveva preso la parola a proposito degli interventi previsti dal Masterplan nella sua terra (impianti sciistici e strade) e che D’Alfonso aveva presentato come «sindaco che lavora a petto nudo». «Sono qui per dirvi che il Masterplan dell’Abruzzo non è staccato dal resto dell’Italia e che l’Italia non si fa più con i lavori last minute. Vedete», riflette al microfono, «sempre Flaiano diceva che in Italia la strada più semplice per unire due punti è l’arabesco. Noi dobbiamo sconfiggere l’arabesco perché qui ci sono i soldi, c’è la programmazione: vi chiedo solo di accelerare, di mettercela tutta. Altrimenti saremo sempre in una fase di transizione, del resto».
Sulle 77 opere infrastrutturali – per un miliardo e mezzo di euro – hanno parlato, ciascuno per il suo settore, il rettore di Teramo e presidente della società regionale dei trasporti Tua, Luciano D’Amico, (progetto attrattivo per 400 ricercatori, raddoppio della piastra logistica in Val di Sangro e trasformazione dell’ex complesso ospedaliero di Teramo in Centro polivalente culturale) Giampiero Leombroni dell’Arap (depuratori, opere di disinquinamento a Pescara, opere idriche nel Fucino), il presidente della società aeroportuale Saga Nicola Mattoscio e il segretario regionale della Cisl Maurizio Spina (a nome di tutte le forze sindacali).
Al sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli (Ncd) il compito di compattare le forze politiche verso l’obiettivo comune della realizzazione dei progetti. «Non si preoccupi, presidente», dice rivolgendosi al premier, «le dimostreremo che qui in Abruzzo abbiano le persone adatte che faranno correre questi progetti. Come è stato nella Sanità, riusciremo a investire i soldi che ci ha dato». Per D’Alfonso un giorno di festa. Sfida quel toscanaccio di Renzi nel dire che se Sulmona avesse avuto il mare sarebbe stata più bella di Firenze. «Ho qualche perplessità», gli risponde il premier, per poi chiudere su Flaiano: «Su Twitter oggi avrebbe spopolato...».(a.mo.)